lunedì 7 maggio 2012

les reves




Devo proprio? Non si potrebbe posticipare un pochettino? Tanto quanto basta per riprendere il filo del capolavoro appena interrotto, riposizionarmi nella cronologia perfetta, ricollocandomi sul fragile piano ondulato, ridirigermi verso la sua faccia di bronzo e ridecidermi: piantargli un pugno sul naso, o giocare alla sensuale e alla fine stampargli un bacio mozzafiato sulle labbra ancora aperte e urlanti. Mi piace proprio riconfondermi. Sono a mio agio nelle riproposizioni, e il risultato, sempre ripetuto, è quello: reinstallazione fallita, si prega di reinserire il codice, r r r r r rimango, rigioco, mi riaddormento. Rimarco, e stavolta son decisa ad esaudirmi, le richieste, ritorno a consultarle, ad una una, riconsiderandone l'ordine di ricezione, si sono accumulate, ne ho una cartella ricolma. Sono il mio vanto e la mia disperazione, son sempre meno riposata, ma felice, la mente, quella gran p p p p p potente manipolatrice, è riuscita a convincere le gambe a sollevarsi, a spostarsi e a vagare in maniera incontrollata. Rivoluziono l'ambiente intorno a me, trasloco oggetti e sensazioni, spietata e precisa. Il mio lato oscuro più luminoso di tutti, un'identità creativa spiccatissima, una matura volontà a sbilanciarsi in una diversa dimensione: oniricamente persa, realmente prigioniera. Mi consigli, amico caro, di non esagerare, di non accentuare il difetto di pronuncia, di correggere la postura, di riallinearmi... s s s s s singhiozzo, eccesso d'aria fritta, contenimento esaurito - pericolo interruzione - richiesta continuazione trasmissione inevasa - riconduzione alla realtà - risveglio. L'ordine è perentorio: si effettui il controllo di tutte le facoltà percettive, si conduca un serio studio dei sintomi, si giunga a conclusioni precise e dettagliate, si stili una diagnosi interpretativa e conclusiva. Meccanica. Pratica. Funzionale. L'ho sempre rifuggite. Stanca e delusa impaludata e risucchiata, mi risputo volontariamente, tirata di peso dalle mie stesse braccia, afferrata e stretta angosciosamente dalle mie stesse dita. Gareggio col mio tormento, su uno schermo gigante, piccolo mostro da abbattere, b b b b b bum. E invece risalto fuori, nei colori forti di un antico videogiochi, in mano un piccolo bisturi con cui disseziono con grazia e maestria le apparenze e le congiungo inconsapevolmente dando vita a deliziosi cartoni infantili animati da cordoncini e macchiati di sugo e cioccolato. Anch'io priva di muscoli e scorretta nei miei movimenti fluttuo, vacillo, ondeggio. Nel mio caos riesco, rivivo, risolvo. Ora in groppa a un meraviglioso bruno cavallo, ora sbuco da un oblò tra i flutti, ora saltellante su uno scenario di crateri e rossa atmosfera, ora scrivo e abbozzo ad arte un effetto speciale. La nota a margine è chiara e semplice: non suonate quell'infernale aggeggio e lasciatemi con la testa fra le nuvole.


7 commenti:

  1. ch_ch_ch_ciku_ciku_ciku_ch_ch _spazi e sogni_ ch_ch_ch_ciku_ciku_ciku_ch_ch _ ci sono gas "tossici" nello spazio ch_ch_ch_ciku_ciku_ciku_ch_ch _ che quasi vien voglia di restarci_ ch_ch_ch_ciku_ciku_ciku_ch_ch _ ma fanno sapere che no, non c'è fretta_ ch_ch_ch_ciku_ciku_ciku_ch_ch uff (ste interferenze!)

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  2. esiste posto migliore della testa tra le nuvole?

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  3. Un sogno di arte ... delizioso poi quel film...

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    1. delizioso, ma non troppo.. anche 'irritante' al punto giusto ;)

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