… la fissava affascinato, si domandava che cosa ci potesse essere di desiderabile in quella solitaria bicocca, quasi inaccessibile, così separata dal mondo. Quali segreti nascondeva? Ma erano gli ultimi istanti.
Dino Buzzati


Equilibrio. È una vergogna che tu non sappia cos'è. Spostati. Vai lì in fondo. T'impresto il mio binocolo. Corri. Raggiungi l'altro capo della conoscenza. Ti concedo una manciata di secondi e ti consegno l'essenziale opportunità di cogliere gli eventi passati, falsificarli, ripensarli. Quando avrai terminato partirai ancora e tornerai a me. Mi restituirai il paradosso apponendo innegabili ragioni e profonde argomentazioni. Perché rifletterci tanto? Non devi e non puoi! Non ne hai il tempo. Oh, se ci liberassimo di quest'inutile fardello e andassimo leggeri recuperando il viaggio, lungo, partenza in noi, arrivo nel mondo. Non dire ovvio se non lo senti davvero. Non pensare altro se non hai già deciso, dentro te, di dar il via al processo di comprensione. Hai il segnale di allarme inserito. Memoria_ proseguimento_lento. Nega quanto vuoi. Memoria_cancellazione_attivazione. Io riuscirò comunque a superare quel confine, ci sarò e infrangerò quella barriera, i maledetti cancelli del luogo sinistro, di quella terra di ulro dove l'uomo mutilato mi sopravviveva. Ma chi sei tu? Son la mappa che t'appresterai a disegnare, il piano che ideerete tu e gli altri per evadere dalla realtà disumana, la dimensione altra, la capacità immaginativa, lo sguardo capace di ridare significato a una vita spezzata e alienata. Non vedi dove sono? Cieca tracotanza mi sommerge e mi soffoca. Mi combinerò, mi farò alchimia, arte di vedere il mondo attraverso la prospettiva naturale, bibita ed essenza vitale, filosofia, chiamala, col nome proprio. La tua bocca sdentata parlerà oro, le tue braccia scarnificate sferzeranno l'aria con vigoria rinnovata, i tuoi occhi senz'orbita si maschereranno e scacceranno qualsiasi ombra menzognera. Sarò briciola che si farà pane intero, parola che si farà libro, nota che si farà inno. Io cantastorie moderna che non cederà al ricatto del lamento, scaverà e riporterà alla luce la grandezza dell'uomo. Dimmi ora chi sei, concedimi la salvezza… Son lo squarcio che apre, forza la ragione pura e arida e sorprende con la sua energia vivificatrice. Son la visione indecente che non perde il suo contorno reale e ricompone, ostinato e potente, il bello recuperandolo dall'orrore e dal brutto… Afferrati a me, son lo strumento e la voce, il demone benigno, ironia senza titolo, luce nel buio. Fu un giorno così felice… Il male accadutomi, l'avevo dimenticato, non mi vergognavo al pensiero di essere stato chi sono. Nessun dolore nel mio corpo. Raddrizzandomi, vedevo il mare azzurro e vele.