con le loro tombe, e sono le casse di risparmio con le loro cassette
di sicurezza, e sono i libri di storia con le loro storie
ma se volti il foglio, Alessandro, non ci vedi niente…
Una pellicola frastornante. Il nulla, in realtà, ben più grande e potente di tutto il resto; il grande niente che smette di nascondersi e interpreta se stesso con la gestualità tipica dell'afferrare, dello stringere, del negare. Il meccanismo è semplice: l'oro degrada al rosso, s'incancrenisce e si fa nera violenza, oscura volontà di distruzione. Le mani che prima si cercavano con passione ora non si riconoscono più, estranee e nemiche, si staccano, si separano, si dividono; si trascinano in una bestiale spirale, nella quale, dapprima luminosa, il turbine prezioso, eleva ma poi con una spinta altrettanto forte precipita in basso, seppellendo e schiacciando, tante, pesanti, cumulo giallo, sonanti monete, tolgono aria e luce e forza alle dita che le adoravano, e ora se avessero la fortuna di venir fuori… e nel mentre si scarnificavano a forza di lucidarle, di contarle, di amarle… suggevano tragedia e trasmettevano sventura. L'atmosfera è resa da campi medi o lunghi, atmosfere pioventi, grigie e invernali, l'ossessione e il pathos, sono immortalati in primi e primissimi piani, profondità di campo e di natura che tratteggiano in maniera convincente gli stati d'animo alternanti, le doppiezze, le tinte fosche e le tensioni trattenute, ma avvertite come imminenti, che poi sfociano e concludono memorabilmente nella scena abbagliante, calda, infuocata.
i razzolatori malefici
i razzolatori malefici
Passo tratto da Purgatorio de l'inferno - Edoardo Sanguineti