'Come avessi preso, grazie'. In sé ha qualcosa di incompiuto: appena abbozzata, per niente definita. Eppure… è bella, sì, molto. La firma è diversa. E nessuno riesce a capire chi sia l'autrice. Così dev'essere. Tutto per il piacere di fare. Tutto per il gusto d'esser fatto. Il nulla è lì, dietro l'angolo, in agguato. Ma lei non ha eccessivo timore, qualora dovesse spaventarla, si ritrarrà, farà un salto, ma finirà lì. Continuerà ad andare, com'è nella sua essenza, in carenza di coscienza, d'oblio regnante, in balia dell'inquietante sovrano che ha la meglio su tutti gli sforzi d'esistere, d'avere consistenza durevole, di conferire un senso al suo vagare sopra una terra indifferente.
Cos'è allora questo quadro appena appena tracciato? È una macchia di colore che si sposta lungo tutta la superficie della tela. Oggi è gialla. Strano, perché indossato su pelle ancora chiara, regola contravvenuta, onnipervasiva menzogna, un tema approssimativo, accennato, macchia luminosa sospesa in mezzo a un'atmosfera rarefatta fa del colore intenso un disegno quasi impercettibile, un mistero di seta frusciante, avvolge e scopre gambe non ancora abbronzate, l'andatura leggera come di foglia appassita mossa dal vento, si posa per terra e subito si rialza e si perde, ai bordi, in attesa di dissolversi. Nel tutto. Come tutto.
Il capitano Gino
1 ora fa