Mi inghiotto, mi mastico, mi digerisco, mi spargo. Come polvere di pastelli colorati vengo soffiata via a coprire questa landa desolata in bianco e nero. Asfissiante. Poco incline al compromesso, oltranzista fino al midollo, appena posso divento sorda al suono del dolore e valico. Il confine della noia è assai labile. Spirito libero disseminato in lungo e largo mi consumo e mi rigenero. Nella moltitudine di fuochi fatui e labili rapporti, nichilismo ed egotismo estremi, soffro e ballo, canto e dubito, annichilita e rinata, tristissima e viva, fragile e potentissima, posso ascendere, trionfare, cadere e risorgere, inconsapevole rivoluzione: affermazione del diritto a riempirmi di tutto ciò che posso, sesso, dolcezze, carezze, spinte fortissime, svuotarmi e tornare terreno accogliente e pronto. L'amore, l'infinito miraggio, il sogno che sfugge dalle grinfie dell'indifferenza e della superficie, s'aggrappa agli specchi del tempo perduto. Il tempo che non basta mai. Il tempo felice che non si riesce a fermare. Il tempo. Ballo fuori dal tempo. Senza paura in equilibrio al di sopra del dirupo, sul filo dei difetti, ruotando senza fine. Vortice. Pioggia di meteore. Ferite slabbrate. Aperte per sempre. Disinfettate con l'indifferenza. Gelo fuori. Febbre dentro. Febbre. Eterna febbre.
martedì 16 maggio 2023
Fine dust
giovedì 23 marzo 2023
I'll even it out
Alla ricerca della mitezza. La si sentiva la mancanza della voce dai registri sottobosco, incanto e mistero. In rispolvero lei, ora, in corrispondenza di qualcosa di urgente da esprimere, qualcosa che non si può lasciar lì, a sopire. E così viene fuori, evitando le suole degli scarponi che vorrebbero solo appiattire, livellare, annullare. Minacciosa maschera, costume inquietante e trucco pesante che ci fa visita negli incubi più neri, estrema, estrosa, figura strana a metà tra una ninfa e il Night King, un folletto e un satiro, gender fluid, conturbante e disturbante pronto a interpretare un nuovo personaggio della trama, ma rimanendo persona, e raccontarci la sua storia, tormentata, ribelle, sempre, verso la società retrograda, verso la falsità, rimette al centro il solito discorso, il sé e i sentimenti, nella loro essenza purissima e scevra da sovrastrutture. Stride, la sua mistica convinzione, sferzata da folate di dubbi eterni, si avvita e si disperde, in una danza che ricorda un sabba di streghe, sprofonda e riemerge dagli abissi, in riverberi e gorgheggi mesmerici che ci rapiscono come il canto di una sirena e ci trascinano sul fondale. Lei sboccia, sgargiante corallo, sinuosa Dulse, non sfiorarla se veramente non puoi, non posare l'occhio su di lei se realmente non vuoi. La mitezza non esiste. You can't even it out.