Simbolo di precarietà, di rovina, in attesa dello schianto finale, e con speranza dell'ingresso in paradiso… Son pronta, all'interno di uno scuro hangar tutto nero dipinto e sigillato da argentea corazza, che impedirà agli indecisi dell'ultimo secondo di fuggire, sono soggiogata e irretita, fedele adepta, mi chino in religioso silenzio nel mio santuario della catastrofe e della risurrezione. In fondo, colpito da un raggio, penetrato ad arte, miraggio lontano e sublime, percorso da lampi terrificanti ci sei tu e la nostra storia tragica, un'alchimia e una combinazione fallite, un numero marchiato a fuoco sul braccio, un monumento all'amante ignoto. Ti saluto levando la mano, per quanto mi sia possibile, ancora mi duole e fatico a stenderla. Il morso non guarisce. Non è un equilibrio facile il mio, stento a ritrarre e a realizzare, ancor meno a programmare la mia attività e quindi mi limito a impacchettare propositi e a spedirli senza specificare il mittente. Tu invece sei una architettura tangibile, pur inagibile, vasta ed imponente ammalata di gigantismo, al tuo cospetto ho sempre sofferto di complessi di inferiorità; zona a rischio, mi aggiro angosciata, incipiente la minaccia continua di catastrofe, non sembri esorcizzarla, anzi la annunci glaciale… Ruoto gli occhi, li poso su due grandi sculture in cemento armato, mi appaiono collegate come da un circuito di tunnel sotterranei ed è quello che voglio, una via di fuga, un passaggio da indicare a chi, come me, voglia sfuggire il criminale disegno. Calpesto foglie secche, sparse qua e là sembra che vogliano evocare e memorizzare i residui di un'umanità senza più corpo, senza più identità. Non voglio evitare domande, non voglio eludere messaggi; i dubbi e le incertezze appartengono ad un lutto e ad un'ansia di urgente attualità, c'è una via, è un passaggio obbligato per chi desideri comunicare, attraversare l'abiezione, scongiurare il rischio del crollo dei sette palazzi, trasparenti e reggenti da una sorta di empirico, incerto miracolo…
venerdì 9 luglio 2010
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a volte mi chiedo se riesco a capirti o se ho completamente frainteso i tuoi msg..ma questo forse solo perche IO voglio leggermi un po anche qui nella tua fuga nella tua lontananza nel tuo complesso al cospetto forse di un lui non lo so. so solo che io sono in un periodo di stand by durante il quale il mio lui non lo sto sentendo..e dentro non sento nulla o forse troppo..mi sembra di avevre il vuoto o forse sono io che voglio credere sia cosi. per non accorgermi che mi manca non lo so..grazie cmq mi serviva questo mare di interrogativi:-) b giornata
RispondiEliminama no… tranquilla! Non che sia difficile fraintendermi, ma i miei scritti a volte non sono frutto di esperienza direttissima, nel senso che è da quand'ero bimba che mi inventavo intere storie e poi le letture, il cinema, il teatro, la filosofia… mi hanno portato un po' 'fuori'! Ma per quanto fuori un po' di Milena c'è sempre in tutto quel che viene riportato qui e altrove. Solo da un po' riesco ad usare il pronome Io, in passato era sempre una terza persona a parlare per me! Questo mi permetteva di entrare anche in esistenze di altri! Mi fa piacere entrare anche nella tua… nel senso buono! :)))) buonissima giornata anche a te Scix e un abbraccio caloroso in questo periodo di transizione! :****
RispondiEliminaMolto "stream of consciousness" di sapore joyciano. A volte risulta enigmatico, a volte evocativo. Sempre dà l'impressione che ci sia dietro un mondo molto più ampio di quello descritto dalle parole, anche se non è facile metterlo bene a fuoco. Però forse il bello è proprio questo.
RispondiEliminaEsatto marziano, anch'io del resto mi sa mi sa che sono un po' extra-… terrestre! Tutti veniamo da altri mondi, forse prossimi a questo più di quello che si possa immaginare! Il bello è che qualcuno non mi comprenda, il bello è che qualcuno mi comprenda! :) evviva Joyce origine e conseguenza di tutto quel che sono!
RispondiEliminaD'altra parte credo che a volte sia importante che ognuno di noi legga in una frase scritta, un pensiero un pezzo della propria storia personale o inventata che sia.
RispondiEliminaciao petrolio
Portano spesso a riflettere ed a rimembrare le tue parole, credo che sia una tua particolarità, un tuo stile quasi.
RispondiEliminaPer questo piaci.
A presto
baci
dio buono. mi piacciono i tuoi post ma non so mai come cacchio commentarli!
RispondiEliminavedi è raro che non trovi le parole, è una cosa che altro mi scoccia assaje... ma e così.
@ Ernest: giusto, proprio così, altrimenti com'è che in 'ogni' pagina che io legga di 'qualsiasi' libro compri, c'è sempre qualche cosa che mi riguarda… ;)
RispondiElimina@ Toupie: sono stata in tanti luoghi (nella fantasia), in tanti corpi (sempre nella fantasia :OOOO)… per questo mi piacete! :)
RispondiElimina@ Durden: cazzarola, mi piaci anche quando ti scocci! ;)
RispondiEliminaeh, dovrei ripetere quanto dice Tyler Durden :)
RispondiEliminama mi piace leggere quella sequenza di sensazioni tattili ed emotive, anche se non capisco dove va a parare.
XXX:D quando inizio non so nemmeno io dove voglia o possa andare a parare! Anche quando inventavo le storie infantili cominciavo, avevo in mente come terminare ma a pochi secondi dalla fatidica parola fine me ne inventavo un altro totalmente diverso. Anche qui! Lo spunto è una mostra di Anselm Kiefer alla cui inaugurazione sono andata nel 2004 mi ci ha fatto pensare un post del nostro amico Oritoricellari… di qui via via ci ho "installato" una storia fatta di paure, dubbi e domande. È la storia particolare di qualcuno o di ognuno, è la storia di una etnia, è la storia di un popolo, è la storia di due continenti che non si capiranno mai se non smettono di non tener conto l'uno dell'altro. La via d'uscita è la mescolanza, la comunicazione, il calore umano, la voglia di condividere gioie e dolori, assolutamente non la violenza, non la guerra. Son fissata su questo tema, paranoica! E ne scrivo spesso. Quel giorno in cui ho assistito all'equilibrio precariamente mantenuto da uno dei due palazzi ho pensato e pianto tanto. C'è stato un momento in cui ho sperato nel miracolo, ho immaginato che potessero trovare un 'passaggio segreto', che tenessero incollati struttura e pilastri… è stato un attimo
RispondiEliminagrazie! tutto molto più chiaro ora.
RispondiEliminanon si può certo dire che ti neghi nello spiegare. :)
non è una battuta, molti non lo fanno, una volta addirittura in un altro blog mi hanno detto se ero scemo o avevo caldo, pensa te.
Chi t'ha detto scemo è un imbecille! Basta vedere i film che scegli, come ne parli, e gli argomenti importanti di cui tratti nell'altro blog. Ti basti pensare che ogni volta che rileggo qualcosa di mio, attribuisco allo stesso un nuovo significato! :) pensa te! che caldo abbia io! :****
RispondiEliminaLa Tropelia Enigmistica è in tutte le edicole! Aggiornatevi cari miei commentatori che non sanno cosa dirle! Basta comprare il numero del giorno e trovate la soluzione ai post del giorno prima!
RispondiEliminaQuella di oggi è:
"Calpesto foglie secche, sparse qua e là sembra che vogliano evocare e memorizzare i residui di un'umanità senza più corpo, senza più identità."
Ebbene si... Ho pestato una merda! Sotto le foglie secche non l'avevo mica vista porca paletta!
Stronzate sei sempre suggestiva... Lasci tutti a bocca aperta, e per me, che sono rospo dalla bocca larga, è il miglior modo di acchiappare mosche da mangiare!
Grande Tropy!
ahahahahahahah! e io rido a crepapelle e per la mia pelle è deleterio! ma chissene… tanto ho una spessa coltre nera che mi lubrifica! :) siamo uniti per la pelle e da una gran bocca! :*
RispondiElimina… comunque anche tu ci hai azzeccato effettivamente sotto le foglie (poetiche) che scricchiolavano la m… ci sta eccome! ;)
RispondiElimina... l'Arte è spiegabile? si lo è! ... non ce ne sarebbe storia altrimenti e ne perderemmo in patrimonio e crescita collettiva ... l'Urgenza Creativa è spiegabile? Si! … ma si tratta di farlo per congetture e sarebbe meglio farne a meno ... bisognerebbe non violare il momento nel quale non si sa dove ne quando ne perché si mette in moto qualcosa che di molti cambia i punti di vista il modo di pensare a cose, a cose a cui prima non si pensava ... cose di cui addirittura, si era tenuti a pensare, se ne dovesse fare a meno ... ma poi l'esperienza totale che può provocare un opera d'Arte, temporale o atemporale, mescola le carte … dice di girare a 360° su stessi ... dice di darti ... è ancora successo come mi succede spesso se vado dove voglio ... trovo quel che cerco. Anche qui all'Hangar è successo ... "i 7 palazzi celesti" ... starci mi ha dato energia ... mi ha comunicato domande, domande che devo farmi, fare a me stesso ...
RispondiEliminae ogni volta cambiano anche le domande oltre che le risposte! e tutti dovrebbero guardare, stare in mezzo, percorrere l'arte, perché son uomini come noi che l'hanno fatta e ce l'hanno regalata, son domande che hanno fatto a loro prima che noi le facessimo a noi… domandiamoci dunque prima di tutto: quanto l'arte entri nella nostra vita e quanto le permettiamo di portar risposte! un abbraccio giuseppe
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