Bocca racconta la storia di margini, di sogni decapitati, di ricordi svuotati… dalla finestra io osservo, impotente, non fuggo, non mi scosto, partecipo… in una posa di intenso ascolto, non intervengo, dipinta e immersa nell'oscuro sfondo. Oh, vedi di illuminarmi… penso, ma non lo dico; e tu mi domandi: a che pensi? Alla luce. È difficile. Lo so. Difficile crearla, impossibile riconoscerla. Ma quando ci riesci, quella si estrinseca, la lanci avanti e quella fa un buco enorme, la sposti indietro, perdi l'equilibrio, ci cadi dentro, e cominci a scavarci in mezzo. Ho una gestualità tutta mia, io. Alzo il gomito come per grattare sulle corde con l'archetto, permetto al nonsense di avere un suo perché, tocco leggero e reazione accennata; vigoroso arpeggio ed emozione vivissima. Il taglio è profondo. Quel che ne sgorga è un insieme di ovvietà, di convinzioni infondate, sentimenti poco sottolineati, citazioni inutili… sì, perché più uno cita, meno opina; cosa? Le opinioni, dico, difettano, sono assenti. Dubbi, non so, non sono sicura. Mi piacciono più che So tutto io. Cose intelligenti ce ne sono, ma quando ipocritamente ne cerchi e non ti riesce di trovarne, considerati esonerato. Meglio la noia delle proprie assenze, che l'adagiarsi sulle non presenze altrui. In sostanza… pausa, sosta. Continuo a guardare, attraverso quel tondo, dal buio spruzzato ad arte, una bella cioccolata calda, un rinfrescante tè verde o un caffè elettrizzante: resa debole e allo stesso tempo concreta, mi emoziono, mi piace, mi commuovo, mi lascio possedere e forse, me ne sto rendendo conto, diventa possibile - sinapsi ricucita - l'illuminazione. Mi faccio trascinare a bordo di quelle stupende pagine e parto. Recupererò le chiavi e aprirò in quel delirio d'onnipotenza, in quel mostruoso sdegno, nello sconforto mio al cospetto del fallimento della coscienza. Si può sopportare per anni tale miseria? L'ho sperimentata così da vicino, ho creduto che fosse un punto fermo al quale aggrapparmi, e invece, son precipitata nella desolazione più cupa. Bocca parla di me… cosa? chi? No! Lei! Messinscena sublime, drastica sostanza. Devo caricarmi di coraggio, catturare l'assurdo e orientarmi attraverso gli schermi e per mezzo di nuovi schemi. Sono cambiata, non son più brulla, fasulla e chiusa. Bocca sono ravveduta. Bocca sono io… No, non io!
Passi tratti da Non io - Samuel Beckett, 1973