Stava per l'appunto sciogliendosi il fazzoletto dal collo, e aprendosi il giustacuore, quando, a uno sguardo fuggevole sul cerchio formato dal popolo, scorse, a breve distanza da sé, fra due cavalieri che lo coprivano a metà coi loro corpi, l'uomo ben noto dalle piume bianche e azzurre. Con uno scarto improvviso, che sorprese la scorta che lo circondava, Kohlhaas gli andò proprio davanti, si sciolse dal petto la capsula, ne trasse il foglio, ruppe il sigillo e lo scorse: e, con gli occhi fissi sull'uomo dalle piume bianche e azzurre, che già cominciava a dar corso a dolci speranze, lo mise in bocca e lo inghiottì.
Il buco si allarga. Ora è largo quanto il palmo di una mano. Potrei infilarci la destra, girare l'indice intorno a qualche vena, tirando e mollando, e solleticare appena l'aorta così tanto per stimolare il flusso di vita e rendermi conto se pulsi ancora o si sia fermato. Potrei anche stringerlo nel pugno, farne una fascina, estrarla e dar fuoco, così arderebbe ancora un po' prima di spegnersi del tutto. Potresti prestarmi la tua e tutt'e due tirerebbero, slabbrerebbero, spalancherebbero cosicché chiunque, volendo, potrebbe farmi visita di quando in quando, ospite per poco, giusto il tempo di farsi spazio, dar l'acqua e arieggiare. E' inutile, vero?, che io ti fornisca le coordinate, sai già dove rintracciare l'ultimo lampo di genio, quanto forte devi contenerlo e in che misura rilasciarne profumo e macchia d'olio. Si disperderà, non avrà più storia. Intanto l'avrà condita quel che basta a render non vano il tentativo di coordinare passo ed espressione. Diventa un sensuale tango quel seguire la traccia sgorgata dal cuore degli avvenimenti; chissà il finale potrebbe essere un casquet rovinoso o una presa memorabile, figurativamente mobile su un tappeto a tratti ispido e infido. L'inciampo, sicuro, inevitabile, è uno screzio che induce la mente in un labirinto prepotente nel quale non c'è limite al peggio, ogni svolta improvvisa riserva una sgradita sorpresa, una fitta più acuta, sfrigola, si dimena, fuma, esplode... non mi salverà, ma trascinerò a fondo il senso dell'infinito e dell'incompleto. Lo scopo si fa vortice e viaggia verso di noi e da noi si distanzia, si fa sacrificio, ci da vittoria fugace: il fine.
l'uomo, che si assume il compito di individuare nell'arazzo il filo che tutto ordisce, si fa carico del mondo
Cormach McCarthy
passo iniziale tratto da Michael Kohlhass di Heinrich Von Kleist, vista a teatro, interpretata da Marco Baliani