Le mie radici affondano in anni di buio mescolati a sprazzi di luce da un amore smisurato per il gioco. Lo spirito è sempre stato quello di piantar semi a caso in tracce poco profonde e raccogliere non era l'obiettivo primario. E io emergo ogni volta inconsapevole della magia, mi levo su un paesaggio desolato e scarno, emergo da uno spazio immenso che mi strugge e m'atterra, intrisa nell'umore gelido che spira tra le scarne trame e posso solo aver voglia, di unirmi all'ondeggiante ballata, perché son ancora avvolta e confusa da inquietanti nebulose e sospinta e cullata dalla risacca. Il tempo, breve, di far capolino tra la spuma, uno, due salti in su, in giù, e tutto va via così com'era comparso, più rarefatto ancora, implode. Buco nero.
sì, è un disegno…?
passo da Mattatoio n. 5, Kurt Vonnegut
In sottofondo tutto Dark night of the Soul, Sparklehorse
Io dico che un amore smisurato per il gioco, alla fine, fa solo bene
RispondiEliminaVa bene, facciamolo ;)
RispondiEliminaHo paura anche a commentre perché mi sembrerebbe di rovinarlo. (come mi succede spesso qui)
RispondiEliminaBello.
Bello tanto.