Si potrebbe tradurre in aspetta e spera. Ma il verde non è tra i colori preferiti il mio preferito in assoluto, né le citazioni ben accette.
E così vado senza muovermi. Sposto solo oggetti, ma i piedi rimangono ben piantati, senza radici in effetti ad avvolgere nulla, a scavare profondamente.
Sembravano veri e invece erano solo imitazioni di se stessi e io ricerco gli originali per troppo tempo ormai. Quando ci impieghi tanto sei fuori strada o sei andata troppo dentro e la verità è solo una: non c'è nulla. Nemmeno una parola, un verbo, una frase di senso compiuto utili a riportarmi in superficie.
Non ci sarà più alcuna lingua, non una lingua per il silenzio e per la
terra: le labbra radicate non pronunceranno più parole, il freddo occhio
del serpente sbircerà tra i vuoti del cervello, e non un grido dal
cuore su cui sorgono i vitigni.
Poi finalmente un pugno, sferrato con forza ed esploso in piena faccia, mi rimbalza su, in una potente, continua progressione verso l'alto e nel mentre vi vedo tutti e tempo, guerra, buio, luce. Accumulo e vuoto. Salita e ancora e ancora. Rossa d'eccitazione e di rabbia. È stato orribile, denso e lieve.
passi Thomas Wolfe
in sottofondo Fleet Foxes He doesn't know why
passi Thomas Wolfe
in sottofondo Fleet Foxes He doesn't know why
There's nothing I can say...
RispondiEliminaÈ così incredibilmente angusta la falsa immensità della blogosfera che si finisce per trovarsi negli stessi posti e, se si è fortunati, addirittura negli stessi momenti.
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