Painting Leave a Mark.
🎧 Hammers. Nils Frahm.
His hands are like hammers. Twenty-one million times he got to swing those hammers. On my skin. And below. And it wouldn't be enough. All thoughts fly: hands rubbing against each other, hands that close, hands that open, hands caressing, strong hands that come into the mouth, hands that trace the scars on back… Any fluent perception or clear meaning is made impossible for several minutes, but eventually things come together in a gesture: the shaking of two hands. I can still remember the feelin' of his hand on my skin. But not enough for me anymore. All thoughts fly.
Le mani, le dita, quello che sanno fare, quello che possono fare. Percorrere scorrere su pelle, circumnavigare scivolare entrare affondare.
RispondiEliminaEh. E te parli delle attitudini buone. E belle tanto. Mi fa sempre piacere (molto) che le mie parole possano essere interpretate in molteplici sensi. Dimostra a me stessa soprattutto quanto io sia mutevole… no, perché qui parlavo di un uso cattivo delle mani. E dei pensieri che possono attraversare e volare alto, più in alto, più su della violenza, del sopruso, della sottomissione, dell'accondiscendenza di un essere umano, sia donna o uomo, ma il più delle volte donna, che si affida a quelle mani e non sa sottrarsene, nella speranza, vana, cieca, che quelle mani possano riprendere ad essere ciò che forse un tempo, almeno per un breve lasso di tempo, siano state: contatto gentile. Ce n'era anche un altro di senso, pensa, c'era lo sfregamento continuo delle mani, l'una contro l'altra nel gesto quotidiano, frenetico, di lavarsi e tenere a bada il virus. Divagazione lunga. Pardon.
EliminaDivagazione bella, soprattutto. Grazie di avermela fatta leggere...
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