Quando sento la prima nota, capisco, è il mio strumento preferito. Sono alle prese con la me che distilla lenta emozione e brevi certezze, gemiti accennati e starnuti sommessi, quelli che temi saranno fragorosi e invece si percepiscono appena. Il risultato si affida a una specialista dell'interdetto, dell'inconsapevole, dell'inconsueto e lei si cimenta… perché sente di non aver nulla da perdere, nulla da richiedere in cambio, matura, ma ancora giovane, versatile e pochissimo impegnata. Ha rinviato troppe volte, trascorso un periodo tribolato, e finalmente è giunta al debutto ufficiale raccogliendo frammenti e segnali, una bella struttura, articolata e varia, quasi completa: una commistione tra amori, dolore, morte, avventura prende vita e germoglia sotto la pelle spessa dell'apparente indifferenza. È una grande cicatrice che fa da schermo alla lunga scia di sentimenti potenti che non vedono l'ora di incidere e fuoriuscire. Non so se addentrarmici per primo, tentare di riaccompagnarla quando troppo sbronza. Mi converrà tenerla in equilibrio sulla perfetta alternanza tra confidenza complice e segreto dialogo? Noi due, intimo corpo a corpo, scricchiolii controllati, ostacoli evitati, sempre sull'orlo del dramma totale, evitiamo l'incidente finale e scegliamo vie di fuga sempre diverse, capiamo d'essere forti e folli insieme, ma altrettanto impeccabili se soli. Devo ricordarmene quando, fuori dal tempo, in vista dell'uscita di scena, l'arrangiamento e la trama armonica, imprevedibili e stimolanti, mi riporteranno a rileggere e a musicare nuovamente questa egregia composizione: l'assolo cristallino, meritevole d'ascolto, abile nel decapitare il torbido e capace di dissolvere l'inquietudine.
Con il passare del tempo, la minima traccia dava vita alle più esagerate aspettative… Oppure, in quegli improvvisi, attutiti silenzi che a volte calano in montagna, quando il vento muore e tutto resta sospeso in una quiete cristallina, capitava che qualcuno sentisse il pulsare delle proprie vene e lo scambiasse per il battito del cuore di un altro.
Charles D'Ambrosio 'Jacinta - Il suo vero nome'
In fondo, le grandi e le piccole cicatrici sono il racconto della nostra vita, non credi?
RispondiEliminasì, il fatto è che le piccole son (almeno nel mio caso) la traccia di una pestata forte! ;/
EliminaTi seguo, poi mi perdo, poi mi riprendo ... con te c'è una vicinanza di tipo zen.
RispondiEliminaecchenonloso? io so proprio persa, comunque... :)
Eliminasi, libero e, appunto, "fuori dal tempo"...
RispondiEliminadue termini che sintetizzano la giornata politica italiana odierna! :D
RispondiEliminaquasi una medicina...
RispondiEliminaun po amara...
Eliminadi solito quando mi succede di perdere il tempo, es: magari è martedì e per me è un altro giorno, se guardo il calendario poi mi convinco.
RispondiEliminaultimamente è diverso. prendi oggi che per me è domenica.
so che è lunedì, ma assecondarmi mi rassicura e allo stesso tempo mi sembra una vertigine.
e se magicamente i giorni stessero andando al contrario?
conto le rughe, son di più.
ma che vuol dire?
mah! era meglio se ti evitavo oggi, già ero messa male per conto mio ^_^
bello questo modo di perderlo, me ne approprio altroché *
Eliminabattono i pensieri battono
RispondiEliminaahhhh raf no! :DDD
Elimina(il risultato dovrebbe essere affidato a ben altro tipo di specialista ^^)
RispondiEliminaehm... ciao Milena, un abbraccione!
'ndo sta 'sto specialista? :p Abbraccioatte! *
Eliminati mando Crepet eh!
Eliminamanda manda, lo raso.
EliminaGià. E' la sceneggiatura della vita che si porta dietro le mie emozioni incatenate dalla musica come il pifferaio di Hamelin. [xxx]
RispondiEliminao il più moderno Ian Anderson. Proprio oggi ascoltavo 'l'Lp' ****
RispondiEliminaYou have personality
RispondiElimina