Batte in testa. Procedo a strattoni. Effimero. Mi fermo sul ciglio, sotto i miei piedi un burrone… rimango in bilico e sento l'odore del vuoto. Sul collo porto il suo profumo e davanti sempre, per sempre, sento la maschera affilata nella quale si spalanca una fessura color vermiglio, corre lungo la guancia e si fa strada. Refrattario. Non cedo, no. Credere? Mai. Alla negligenza, all'intransigenza gelida, all'alterigia, all'ipocrisia resisto, resisto. Mi apparve nuda. Ha il sapore del tabù, divertito e proibito. Delizioso. Ostentava sicurezza e invece era in tremenda balìa del mio desiderio. Se n'era persuasa, si dispose e rimase immobile ad attendere, gioiosa e sensuale. Non parla più. Tartagliava fino a qualche istante fa. Osteggiato. Purtroppo l'ho conosciuta troppo tardi. Non avrò abbastanza tempo per darle ciò che meriterebbe. Tutte le altre si inginocchiano per farmi contento. Vietato. Lei invece, fiera e forte, non l'apprezzeresti un euro, talento vero, controcorrente, m'ha schiaffeggiato, e ora? Vivo per lei. Paradiso al rovescio. Stravagante e squisito. Cibo esotico e prodotto nostrano. Disturbante e mai accomodante, ma vero, vera, verità, di quelle esperienze appaganti alla fine delle quali a pancia in sù, guardi sognante il soffitto e dici Eterno. Sigaretta.
Quando una verità è chiara, è impossibile che ne nascano partiti e fazioni. Voltaire