Bello sguardo dimmi cosa vedi al di là di quell'orizzonte. Occhio sinistro t'interrogo perché vorrei che tu m'illuminassi sul futuro, sul mio destino, sul nostro amore. Abbi fiducia. Ora scriverò su un bigliettino cosa ti servirà: l'essenza e la giovinezza, raccogline abbastanza e fai un piccolo bagaglio. Con un secchio vuoto riuscirai a prender più quota, e volerai al di sopra di tutto, e se ne trovassi poca, potresti riversarne. Quale miglior cura? La ricetta giusta questa, la ricerca della leggerezza come reazione al peso di vivere. Veloce, mano destra, unisciti alla mia, concisa, breve stretta, magica presa circolare che m'ha legato a te per sempre. Disegna nell'aria come un'unica tappa, riepilogo di una storia, sintesi perfetta dell'unione di due menti, giovane e vecchia, acerba e matura, fulmineo percorso dei circuiti mentali che collegano e catturano punti lontani dello spazio e del tempo. Care labbra cosa volete, perché mi tormentate, mordendovi e sanguinando? Nitide odo parole spingersi sulla punta della lingua e giù, scandite e precise, libere e rigorose, le riconoscerei tra miliardi. Son le mie si allineano e marciano in completo elegante ed essenziale. Qualunque sia la cosa che si vuole dire, esiste solo un sostantivo per descriverla, un verbo per animarla e un aggettivo per qualificarla. Fantasia, pensiero cangiante, progetto colorato, penso per immagini e le stendo cambiando tono, attingendo al significante, mescolando le espressioni. È forse questo il senso e il modo, ubiquo e necessario, attuale e chiaro. Ti sussurro visioni. Sta a te ricomporle o lasciarle confuse lì nel paesaggio da esplorare. Volevo anche che quel destinatario riuscisse a immaginare la traiettoria che descrive nella mente - o nell'anima? - una parola prima di andarsi a poggiare sulla punta della lingua, sui polpastrelli della mano o sul ciglio del padiglione dell'orecchio. E quello che fa? Non ascolta… si ritrae per dilatarsi ancor più, si restringe e poi esplode in una striscia lunghissima che si srotola per accogliere quante più espressioni, quante più vibrazioni, tante, infinite, spruzzate e tuffate in quel secchio immenso, dal volume senza fine, in cui ci si perde in un luogo labirinto gigantesco, garanzia di una verità mai parziale: Quella che prende forma nei grandi romanzi del XX secolo è l'idea d'una enciclopedia aperta potenziale, congetturale, plurima. Com'è iniziata? Ho smarrito la parola iniziale. Nella molteplicità degli incipit dov'è il collegamento? Ti ho qui, finalmente, giovane vecchia storia d'amore per la scrittura e la sua lettura, alla tua conquista io m'impegno, a te mi dono, simbolo di trasmutabilità incessante, relazione di elementi in continua proliferazione, non mi deluderai, no, mai.
Grazie a un grande Italo.
Uh, Romy Schneider.
RispondiEliminaBella, bello tutto.
Ciao, ti ho nominato per The Versatile Blogger Award. Trovi tutte le informazioni sul mio blog, nel post a riguardo: http://psicofumo.blogspot.it/2013/11/the-versatile-blogger-award.html
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