Sto vivendo un'avventura al di fuori di me. L'atmosfera è quella ideale, particolare e comune. L'affinità muta. 'Non parlare'. ''Non rivestirti''. Così dirimo i conflitti. Quelli tragici. Quelli leggeri. Sempre di contrasto tra persuasione e retorica si tratta. Spesso solo confronto tra teoria e pratica, essere e divenire. Io la so fare la verità, basta che cambi pelle, basta che mi faccia fuori da sola. La frattura interiore è inevitabile. Il flusso continuo.
Parto. Durante il viaggio rammento vita, precedente. Sgomento. Scruto, scivolo attraverso le fessure del generale stato di decadenza, mi avvito su me stessa o, più facile, rimango inerme, parte di un insieme, un tutto di autosufficienza. Qualcosa mi divide da me e dalla me passata. Qualcuno, meglio. Mi scatena, opera cesura. Abisso sotto. Sopra essere ammalato. S'illumina, improvvisa al contatto con l'altro. E lì si realizza dicotomia: realtà, possibile. Prima, dopo. Si ripete, sempre: ieri dall'altro ieri. Oggi da ieri. Domani da oggi.