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'Io sto con…'. 'Io esco con…'. 'Io mi vedo con…'. Mi faccio tanti dubbi io. E anche quando, una volta fugati, ci ritorno su, son lì, immutati. Me li rifaccio. Le persone no. Quelle, una volta perse, son risucchiate in un vortice sconosciuto e che non mi do pena di conoscere. Potrei rincontrarle, sì forse, in un altro luogo, in un'altra epoca, ma rimarrebbero perse e io le saluterei come facce già viste, ma collocate chissà dove, quando e perché? Nel mio inventario d'esistenze, nella autobiografia mia, non vengono citate se non per mezzo di iniziali. E a quelle iniziali riuscirei ogni volta ad attribuire un nome e un cognome e un soprannome nuovi. Ho sempre voglia di materia, poca di aria, di pratica, per niente di teoria. Non prendo nota, scorro veloce, memorie, traversate, contemplo brevemente. Son cosciente che tutto tenda a scomparire e perciò prima che accada, assaggio, gusto, consumo. Non ho tempo per recuperare tracce superficiali, scavo a fondo, verso la densità. E vado avanti a dispetto del sorriso stampato su quella fotografia, per rispetto di quel gesto e di quella espressione felice. Sbiadirà, ma io sarò lontana, distante, salva.
'Mi vedo con…'. 'Esco con…'. 'Sento…'. 'Sto con…'. No, non sono impegnata. No, non ho un rapporto. Ho un hobby. Son solita intrecciare vite, tessere trame e unirle tra loro. Ho cominciato GoT dalla III stagione, Breaking Bad dalla IV, Mad Man dalla VI, Black Mirror dagli episodi di natale, True Detective da Colin Farrell. Non seguo il filo delle storie. Dipanare credo sia sempre riferito almeno a un chilo di casereccio e le briciole… quelle le lascio alle formiche.
Il primo True Detective è un capolavoro. Il secondo non so.
RispondiEliminaIl secondo si rivela. Non so, se migliore o meno, ma si rivela.
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