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Ma che titolo ha? Che libro è? Di cosa parla? Chi l'ha scritto? Di chi è la copertina? Che carta han usato?
A lei non interessa rispondere alle domande, né porne a sua volta. È l'impossibilità d'esserci per un'altra, ma anche per sé stessa, l'impossibilità di comunicare veramente sia con gli altri che con sé, l'impossibilità di distinguere fra reale e ideale, fra dato fisico e la sua proiezione mentale, fra la considerazione che altre persone han di lei, quella che pensa che le altre abbiano e quella che ha per se stessa (I get this cynicism).
Non ha una storia piana, richiede attenzione, gioca e ti chiede di giocare, di abbandonarti, di travalicare confini fra detto, non detto, immaginato, pensato, fra razionalità e irrazionalità, sogno (ma dorme?). Non c'è dialogo se non contatto d'occhi, e se per certi versi ci può essere una vicinanza rimane comunque sempre maggiore la distanza.
È cronaca di abitazioni che non può (o non vuole) abitare, da cui partire e a cui tornare, case, appartamenti e sì, corpi: corpi in cui entrare, da cui uscire, gambe che guarda allontanarsi, natiche che non vedrà mai più; non può far altro che usare il pensiero, razionalizzare o sognare, discutere o rimanere in silenzio senza essere capaci di abitare davvero, di vivere i luoghi e le persone, persino le pagine.
Torna al titolo, e le sembra che tutto ruoti intorno alla parola, la parola che si fa tramite tra impossibile e esistente (esiste, no?), che dunque in quel tramite trova una possibilità di esistenza, forse, che dall'impossibilità l'unico modo di comunicare con questo mondo è immaginarsi possibile, come la via da percorrere per andar via, ché tutti lascia andare e mai va, il via, impossibile.
L'impossibilità scritta non è forse un po' meno impossibile? Esisterà il suo autore? Esisterà la sua storia, scritta, letta e capita? Quante domande inutili.
Pagine bianche. Da riempire. O da lasciar bianche. Tra parentesi. Chissà.
È cronaca di abitazioni che non può (o non vuole) abitare, da cui partire e a cui tornare, case, appartamenti e sì, corpi: corpi in cui entrare, da cui uscire, shawls and wraps , evening shawls and wraps , formal wraps and shawls , cashmere wraps and shawls , ladies wraps and shawls , silver shawls and wraps , black shawls and wraps , woolen wraps and shawls , bridal shawls and wraps , knitted shawls and wraps , fur wraps and shawls , white wraps and shawls , wedding shawls and wraps gambe che guarda allontanarsi, natiche che non vedrà mai più; non può far altro che usare il pensiero, razionalizzare o sognare, discutere o rimanere in silenzio senza essere capaci di abitare davvero, di vivere i luoghi e le persone, persino le pagine.
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