Perché non cominci la distruzione - rispondono. E richiesti se temono che appena tolte le impalcature la città cominci a sgretolarsi e a andare in pezzi, soggiungono in fretta, sottovoce: Non soltanto la città. Se, insoddisfatto delle risposte, qualcuno applica l'occhio alla fessura d'una staccionata, vede gru che tirano su altre gru, incastellature che rivestono altre incastellature, travi che puntellano altre travi. Che senso ha il vostro costruire? - domanda. Qual è il fine d'una città in costruzione se non una città? Dov'è il piano che seguite, il progetto? Te lo mostreremo appena terminata la giornata; ora non possiamo interrompere - rispondono. Il lavoro cessa al tramonto. Scende la notte sul cantiere. È una notte stellata. Ecco il progetto - dicono. Sto esplorando, ho tracciato la rotta su un foglio a quadri, ora i segni si confondono, ma è lì, non vedi? Io sbircio qua e là, a volte mi basta uno scorcio ed è mia, quella visione. Era una vecchia cartolina sulla quale, bimba, avevo scarabocchiato, me, papà, mamma e Giando. Su quattro piani differenti. Ai confini del mio impero. Affiora e la rintraccio. Ed è così chiara e triste, ché quasi piango. Ci ho giocato così tanti giorni, minacciando tutti in incubi e maledizioni: non la toccate, ch'è così bella, tonda e stretta. Ci torno spesso, ormai. Sembrava non interessarmi, è in fondo, come l'ultimo appiglio, una spirale che mi risucchia nella corrente infernale, un vento che sfoglia e spinge in direzione non più propizia. Avrei voluto far spazio a qualcun altro… qualcuno da riconoscere in tanto chiasso, qualcuno da cercare e trovare in così grande rischio. È diventato raro e innocuo l'inferno. Cosa dovrebbe essere questo? Paradiso? Deve proprio assomigliargli tanto. E io nascondo bene la sorpresa dietro il neo alla mia sinistra e le lacrime dentro la seconda ruga a destra, archiviato proprio sotto il discorso segreto, l'ultimo, non ultimo, povero mio lobo in fuga verso altre possibilità esistenti. Mi appoggio esausta al muro. Mani sulla fortezza pensata e occhi su quella vera. Avrei dovuto imparare a far la sfinge molto tempo fa. Insegnare ad altre le regole, gli inganni, gestire desideri e sogni, costruire domande e risposte, demolire coincidenze e sospetti. Io non so, se basteranno queste mura a contenere tutti gli scontri, a cacciare o ad accogliere, a sostenere o ad abbattere, a proteggere o a intimare la resa. Avrei potuto individuare i punti deboli, affrontare le nuove resistenze, fuggire le vecchie congetture, seguire il principio e assistere alla fine, entrare, perdermi, girare, ecco l'uscita, la vedo, ne vengo fuori, la guardo dall'esterno, non la riconosco all'inizio, poi apro bene gli occhi, l'abbraccio tutta, la stringo a me, che non vada via, che non mi allontani troppo, sovverto, caccio un urlo, mi poso, distesa su un lato a contemplarla e ad accarezzarla… anche le città credono d'essere opera della mente o del caso, ma né l'una né l'altro bastano a tener su le loro mura, d'una città non godi le sette mura o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda. O la domanda che ti pone obbligandoti a rispondere… le città non sono altro che la forma del tempo. Non lo sai?
sento nuovo profumo paesello mio…
so solo che sei degna delle Città Invisibili di Calvino. sono sempre più innamorato della tua mente... CIAO! :D
RispondiElimina@ Roby: grazie. Son in fermento. Spero che una nuova epoca sia cominciata al mio paesello! sì, lo spero! ;)
RispondiEliminaLe città non sono altro che la forma del tempo... interessante.
RispondiElimina...Obamilè...
RispondiEliminaChiedo ufficialmente la cittadinanza onoraria del tuo paesello-città! :)
RispondiElimina@ InneresAuge: si richiederebbe una forma migliore, ma non sempre è così! purtroppo! :)
RispondiElimina@ Alekermit: yes, WE can! che nel caso specifico pugliese, suona come 'iès, uì chén'… esce, lo vedi? il cane! :))))
RispondiElimina@ Zio: con piacere, ti darò le chiavi di questo paesello, quando si respirerà più ampiamente e diffusamente l'aria nuova che si comincia ad avvertire! :)))) *****
RispondiElimina"Aria Nuova" pero' ha una terribile assonanza :P
RispondiElimina@ Alekermit: con cosa? :/
RispondiEliminaForse lo so io, abitando dalle parti de il Socio, ma non voglio citare certa gentaglia.
RispondiEliminaTe lo dico con un indovinello: cosa fa l'unione? ... ecco.
Parola magica: Piersibi, pensa...
RispondiElimina@ Alli: ahhhhhhhhhhhhh! mi volete infartare? :))) nooooooooo! ecchecavolo non m'era venuto per nulla in mente una simile associazione di idee! non posso pensare a tutte le espressioni in comune, dai, uffa! già il fatto che non possa usare il 'forz… It…' alle partite mi fa inca… :////
RispondiElimina"Il mio nome è rosso" è fantastico.
RispondiEliminaO___O
iniziando con "Area Nuova", l'associazione universitaria filo-destroide, per proseguire con "Forza Nuova" e con tutte le strumentalizzazioni dell'idea di avanguardia.
RispondiEliminaE' bello pensare che ci sia gente che ha a cuore il proprio "microcosmo", soprattutto se si sogna di propagare a macchia d'olio le proprie idee e il proprio modello amministrativo ideale.
C'è davvero bisogno di intraprendenza e di onestà in questo paese, l'unica salvezza è ricostruire un minimo di credibilita' partendo dai comuni
@ Juliet: in tempo di novello e succo d'uva inebriante, m'inebrio facile! :)))))
RispondiElimina@ Alekermit: speriamo! Solo il fatto di mettere e far crescere le pulci nelle orecchie dei nostri cittadini è un passo avanti, OLTRE! vedremo quanto questa 'primavera' possa, voglia e debba svoltare e voltar pagina! ;)
RispondiEliminaPetroliozza, ti auguro di cuore di riuscire nei tuoi progetti/intenti. Ce ne fossero di persone colte e intelligenti come te...
RispondiEliminaFare la sfinge, spesso, premia. Bello, mi piace come scrivi.
RispondiElimina@ Alekermit: vedrò, vedremo…
RispondiElimina@ SilasFlannery: sfinge a parte (che serve e servirà) grazie! :)
RispondiEliminauna rondine non fa primavera, questo post sì :)
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