Come in una situazione di grande disagio e di estrema fretta. È tutto stabilito. E poi, in prossimità della data disdici, annulli, ti neghi. È un periodo tormentato, ti sembrano gli anni peggiori, ritmi intollerabili, umilianti difficoltà, cappio incombente dall'alto e pungolo continuo dal basso.
Sensazione di resa e stimolo ad andare avanti.
Quando parli di diverso ordine di esistenza, di sospetto, di realtà altra e non ti si comprende, e ti si deride ché i modi son veementi e febbrili, enorme è la malattia, troppo invadente, assai melliflua e insidiosa, t'ha resa cinica e lasciata inerme. Ti sembra di reagire, ma rimani lì, ferma e delusa.
Poche frasi stavolta, ma sufficienti ad appiccare, ardere e consumare le poche certezze. Ambigue come posson essere due lingue biforcute, ma lunghe e contorte, congiungono opposte rive, il tempo breve di un'illusione passeggera, di un tentativo di redenzione fallito, ed è impossibile stabilire un segno armonico e un disegno preciso. Stento.
Sì lo vedo, lo vedo così, come vedo ora voi... e talvolta lo vedo e non sono persuaso di vederlo, benché lo veda... talvolta non so chi dei due realmente esista: io o lui…
lo vedo, lo vedo, veramente ne vedo più d'uno...
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