ti blandisce dal sonno eterno, rotta
felice schiera in fuga verso i clivi
vendemmiati del Mesco, or che la lotta
dei viventi più infuria, se tu cedi
come un’ombra la spoglia
(e non è un’ombra,
o gentile, non è ciò che tu credi)
chi ti proteggerà? La strada sgombra
non è una via, solo due mani, un volto,
quelle mani, quel volto, il gesto di una
vita che non è un’altra ma se stessa,
solo questo ti pone nell’esilio
folto d’anime e voci in cui tu vivi.
E la domanda che tu lasci è anch’essa
un gesto tuo, all’ombra delle croci.
Affezionato a quest'idea. Sei andato così. Un grande respiro, una parola fermata sulle labbra, scivolata giù sulla federa bianchissima, tesa, come tanto ti piaceva. Ma stavolta ha lasciato intatto il silenzio tra me e te e ha viaggiato, insinuandosi tra le pieghe della grande trapunta, incrociando i pupazzi di neve ritratti, candidandosi come una delle più belle favole, quelle che iniziavi e alle quali dovevo trovare il finale io. Convincevo tutte le platee, l'ascoltatore improvvisato e quello più esigente. Mi destavo e mi riaddormentavo. Che grandi storie avventurose, a volte per nulla rassicuranti e non riuscivo a trattenere il tremito, ma continuavo nella descrizione sofferente e crepuscolare, solo per farti sorridere e stupire. Quando ho cominciato a non chiederti più il bacio ben augurante, a quanti anni non ho più corso ad abbracciarti, quanto pesavo l'ultima volta che m'hai presa in braccio e m'hai adagiata e m'hai rimboccato le coperte? Posso rinnovare ora quella vibrazione infantile, posso ricomporre quella trama interrotta, posso posare la mia mano sulla tua e restituirti tutta la magia e la delicatezza del tuo afferrare e stringere lontano dal pericolo? Oh, quante domande che fai. Come quand'eri poco più alta di così. La mano poco più alta del bordo del letto. E non riesci a trattenere il tremito. Mano grande, enorme, nella quale la mia entrava per tre volte. Il pretesto giusto per fasciarla, cingerla, sovrapporla, spalmarci sù un lieve accento di filiale amore, contaminazione grave o acuta, la firma a un biglietto nel quale ti auguro buon viaggio, tanto ancora da esplorare, ti scuoti e mi regali una tua eccellente performance: guarda, qui, e le orecchie seguono il ritmo dell'ultimo scherzo.
al papà
...traigo
RispondiEliminasangre
de
la
tarde
herida
en
la
mano
y
una
vela
de
mi
corazón
para
invitarte
y
darte
este
alma
que
viene
para
compartir
contigo
tu
bello
blog
con
un
ramillete
de
oro
y
claveles
dentro...
desde mis
HORAS ROTAS
Y AULA DE PAZ
COMPARTIENDO ILUSION
PETROLIO
CON saludos de la luna al
reflejarse en el mar de la
poesía...
ESPERO SEAN DE VUESTRO AGRADO EL POST POETIZADO DE ALBATROS GLADIATOR, ACEBO CUMBRES BORRASCOSAS, ENEMIGO A LAS PUERTAS, CACHORRO, FANTASMA DE LA OPERA, BLADE RUUNER Y CHOCOLATE.
José
Ramón...
commovente. il mio papà le favole non me le ha mai raccontate, però al rientro da lavoro raccontava a mia madre le cos che erano accadute, sarà che un padre è sempre un padre, ma a me sembravano favole. baci
RispondiEliminaConcordo con Ady. I ricordi che ci legano alla madre sono di più ma non dobbiamo dimenticare chi ha l'altro 50% biologico di merito.
RispondiEliminache bel componimento, dolce, maturo e filiale, alterni l'adulta e la bambina... gioiellino.
RispondiEliminabaci :***
grande Andrew Bird! Naturalmente grande anche tu ;)))
RispondiEliminaMi sono fermata, ho letto ed ho trovato senso.
RispondiEliminaBelle parole, bei ricordi
Al pensiero di figlie così viene quasi voglia di essere padre...
RispondiEliminaTutta una vita in una mano stretta per l'ultima volta. Senza una parola.
RispondiElimina@ Josè: almeno cambiare il messaggio? :/ verrò ;)
RispondiElimina@ AdyHappyBorn: i papà… le favole eran le mie! :))))) più assurde non avrebbero potuto essere!
RispondiElimina@ InneresAuge: l'altro 50% mi ha trasmesso la fantasia! :)
RispondiElimina@ RobyDick: meno assurdo delle fiabe che componevo! :)
RispondiElimina@ UbiMinor: musica fondamentale! la sua è fiaba pura! :)
RispondiElimina@ I am: grazie! A volte c'è più senso nei ricordi che nella realtà corrente! :/
RispondiElimina@ ZioScriba: a volte queste figlie son insopportabilmente sognanti! :)
RispondiElimina@ Lorenzo: grande mano, grande lavoratore, grande uomo! ;)
RispondiEliminaDavvero belle parole!
RispondiEliminaBuona giornata petrolio
Curioso: mentre leggevo il tuo post, mio padre mi ha chiamato al telefono.
RispondiEliminaDicono che certe cose si avvertano.
Andrew Bird, fantastico..
RispondiEliminaleggere e insieme profondissime le tue parole ..
:) muah!
Parole splendide davvero.
RispondiEliminaUn abbraccio forte e buona giornata!
Un post davvero cullante come una favola...
RispondiElimina@ Ernest: scusa il ritardo. Ma sarà valido anche per oggi e oltre l'augurio! :)
RispondiElimina@ SilasFlannery: bè, che dire, sintonia di parole e di vita! ;)
RispondiElimina@ Daniela.: tanti bacioni a te! così come i rapporti di parentela, leggeri e profondi! :)
RispondiElimina@ Kylie: grazie. Un abbraccio anche a te!
RispondiElimina@ AleCavallotti: hai compreso benissimo. Nella tempesta quotidiana il più delle volte a quello serve la scrittura (almeno la mia): costruire un angolino di pace e serenità! ;)
RispondiEliminache vinca il ritmo !
RispondiEliminaNon riesco a ricordare altri ritratti così affettuosi ed allo stesso tempo essenziali di amore filiale verso il padre, meno che mai di una donna.
RispondiElimina@ Giardi: un genio a muovere le orecchie, il ritmo è quello dell'anima… :)
RispondiElimina@ AdrianoMaini: grazie! il papà è in perfetta sintonia con le stranezze della figlia! ;)
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