Chiudi… ti rubo un bacio. Cos'hai scartato? Asso di cuori. In un laboratorio di nuove emozioni, tra una spiata attraverso la tenda accostata e una sbirciata fuori dal finestrino, scorrendo dal braccio appoggiato al tavolinetto fino al collo abbandonato alle tue labbra, hai avvicinato furtivo l'orecchio e hai rimarcato, lentamente, sillabandolo, l'ultimo invito a correre nel vagone ristorante. Lo sai non si può. Non ci credi nemmeno tu. Stralunata alternando voglie e ritrosia hai favorito invece le mie carezze, e ora nella poesia dell'allungata geografia delle tue gambe, sei addormentata e in pace. Io vado con la memoria ai miei estenuanti viaggi, di là del confine, attraverso i confini, in compagnia di improvvisati cacciatori e affabili prigionieri delle mie storie, nelle quali non ci sono catene, né divise, né marchi, né colpo in canna. Vagonate di bestiame che sprigionano un odore che fa perdere i sensi. Lasciali stare. Non serve riportare a galla tanto marcio. Non è marcio, abbiamo imparato a viaggiare? Siamo in grado di accogliere? È un'ossessione. Ti consiglierei di non pensar troppo… Io divago, mi perdo, arrivo fino alla motrice e mi accorgo ch'è disabitata. Faccio parte di un mondo a parte che ondeggia e sbalza ad ogni scossone, ad ogni cambio non proprio perfetto, fermi e sempre in moto, un corpo solo, un'anima sola, insieme di corpi e anime smembrate, quando varchiamo quegli scalini e sentiamo il pfuf dell'ermetica chiusura, diventiamo isola su parallele disunite, prevedibili, strane, eterogenee, imperscrutabili…
Il capitano Gino
5 ore fa
io e la magia dei binari, il mistero delle parallele, l'amore per le linee contorte senza punto di reunion…
RispondiEliminaleggere un tuo post prima delle 12:00 nuoce gravemente ai neuroni.
RispondiEliminaLinee contorte senza punto di reunion (come spero per i pooh, ma non ho mai capito perche' a ogni reunion ci si perde un batterista) e la storia di un caffè (anzi, un espressino!) mai preso.
Confidiamo nella befana in reggicalze e tacchi a spillo.
Scioperi permettendo.
RispondiEliminadei binari ci vogliono, se sono imprevedibili è più divertente, e poi se nessuno guida ogni tanto si deraglia (come si diceva qualche post più in là) ed il divertente diventa ECCITANTE!
RispondiEliminaMa perchè racconti sempre le nostre cose?
RispondiElimina;)
@ Alekermit: accipicchia, pensavo di esser migliorata! :/ uff… la befana con tacchi e reggicalze sarà in giro per l'Italietta nostra! :P
RispondiElimina@ IlGrandeMarziano: ebbè, certo! Se i passeggeri avessero piacevole tempo da trascorrere non si terrebbe conto dei ritardi. Per gli scioperi è un po' più complicato! ;)
RispondiElimina@ RobyDick: ehm, al deragliamento devo trovare una soluzione. Non voglio che sia traumatico! :))))
RispondiElimina@ Alli: ahahahhahahaha! boccaccia cattiva! son esperienze talmente belle che vorrei condividerle! ;)
RispondiEliminaho smesso di stare sui binari si rischia di arrivare alle stazionie e magari ci si ferma...
RispondiElimina@ Ernest: tu voli! ;)
RispondiEliminaAnch'io confido nella befana in tacchi a spillo, così mi spiega meglio questo post
RispondiElimina@ InneresAuge: i tacchi a spillo a volte posson anche far molto male… ma in treno non li indosserebbe mai, la befanozza, tranne nel caso in cui possa portarsi dietro un gran bel bagaglio per i 'cambi'! :)))) questo è un viaggio sui binari della mia sfrenata mente! L'ho utilizzato per molto tempo questo mezzo di trasporto, quando non esisteva l'alta velocità, quando riuscivo a sopportare un razzista che si scostava quando entrava una bellissima ragazza di nazionalità africana e riuscivo a trattenermi dal gonfiargli gli occhi così si adeguava nel colore all'indesiderata… ecc. ecc. Ma è anche il modo in cui si può trascorrere più piacevolmente il tempo del viaggio e non sto qui a spiegartelo! :P
RispondiEliminaquanta poesia nel pfuf della chiusura delle porte...penso ad un arrivederci e a molti addii...fantastica come sempre.
RispondiEliminaQuesto non è un post di un blog. E' qualcosa di più, è molto di più. Bellissima armonia nelle parole e nel ritmo. Complimenti
RispondiEliminaandare al di là dei confini, per i confini..
RispondiEliminasono sempre tentata di scendere alla fermata successiva e per quanto facile sia farlo ,
chissà perchè,
non lo faccio mai..
Mamma mia che post Milena, fiuuuuu, ho ancora il fiatone! Lo so che non si fa amica mia, che non si dicono queste cose, ma per me questo è il post più bello in assoluto che abbia mai letto su questo blog. Lo sapevi dai che mi sarebbe piaciuto così tanto, sono sicuro che lo sapevi!
RispondiEliminaQuanti spunti in poche righe, quanti ricordi, quanta identificazione! A cominciare dai binari e dalle rette parallele, così matematiche e astratte le seconde, così reali e concreti i primi! E poi un ricordo tornato alla mente, lontanissimo (andavo ancora all'università) di un viaggio Chieti-Roma (stavo andando a Messina) dalle 2:10 di notte (famossissimo diretto Pescara-Roma di una volta) alle 7 del mattino, quando una sconosciuta bellissima di Latina entrò nel mio scompartimento, si sedette vicino a me e dopo un po' mi chiese se poteva dormire appoggiandosi sulle mie gambe! E chi se lo scorda! Bastò un bacio, nemmeno il numero di telefono le chiesi quando uscimmo dal treno, per quanto forte fosse quello che mi aveva dato, non volevo rovinarlo!
Per non parlare di quella chitarra meravigliosa a fare da sfondo a quelle immagini innevate, tutto bellissimo!
E infine poi la tua frase "l'allungata geografia delle tue gambe", che mi ha ricordato questa (lo sai come sono fatto io, nei tuoi post trovo sempre qualcosa che mi viene alla mente a prescindere dal fatto che c'entri o meno con quello che hai scritto).
Posso dirlo Milè? Ti voglio bene!
@ Nico: il bene è, credibilmente, normalmente (i motivi sono imperscrutabili e chissenefrega cercarli) ricambiato! Grazie per il ricordo condiviso di esperienza, pezzo (faber meraviglioso) nel quale gli strumenti allungano e spaziano… ;) ****
RispondiElimina@ Daniela.: ci sarà un motivo… anche a me capita, si resta o si va! *
RispondiEliminaUn altro ricordo: Milano. Per conoscerla tutta percorrevo quasi tutti i tratti, scendendo ogni volta alla fermata successiva e ritornando a piedi (ah, beata adolescente indifferenza verso i pericoli ?)… ;)
@ Davide.: grazie mille! mi son lasciata andare! :)))
RispondiElimina@ AdyHappyBorn: sembrano rumori inutili e superficiali e invece… :) ***
RispondiEliminaCon quelle tue parallele disunite hai fatto rivivere tutte le mie poesie "ferroviarie", da Coincidenze sul binario morto a Occhi sul treno che corre a Collage-Voyage a molte altre... Metafora di vita per eccellenza, il viaggio in treno...
RispondiEliminaUn abbraccio!
chiudiamo i boccaporti !
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RispondiElimina<3
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@ Zio: Sì proprio infinita metafora da ripercorrere! Un abbraccione a te! *
RispondiElimina@ Giardi: no, lascia aperti, che si possa prendere una 'boccata d'aria' ogni tanto! ;)
RispondiElimina@ Hybris: embè… :))))) ***** a testimonianza! Viaggio, passaggio e fermata!
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