Ci risiamo, eh? Sì come uno più uno fa uno. Solo uno. Non è una legge imposta. È la mia. E maledetti il giorno e l'istante in cui mi ritrovassi a pensare il contrario. Ed è già capitato. Il fatto è che non dovrei mai dimenticarmi, non dovrei mai… illudermi che con il solo desiderio di ridisegnarmi tutto un nuovo abito addosso possa esser un'altra. Sono una illustratrice, è questo il danno maggiore. E cos'è questo nuovo ritratto? Chi è? Fuori dai contorni c'è tutto un paradiso, potrebbe esserci una diversa realtà, e invece no, non c'è nulla di più autentico di quell'espressione famelica appuntata sulla fronte di quella donna divorata dal bisogno di uscirne, di separarsene per sempre. Un fantoccio, ecco cosa sei. Vivi nel terrore della denuncia, del sospetto e della menzogna. Non sarai mai una ribelle, vivi storie di abisso, eresie e frustrazioni, paranoie e scosse private con frequenza disumana. Sporchi, vìoli e forzi con inaudita violenza quel bel cassettone passato di madre in figlia… tutto il corredo, lenzuola finemente ricamate che non vedranno altro che ombre sfuggenti, o semplici comparse. Quando ti deciderai a mettere la testa a posto? Rimane inascoltato l'appello. Incarognita e imbruttita ti impaludi in un soliloquio da ore, giorni, anni; stai girando in tondo, senza pausa, caviglie, sottili, ormai inesistenti chiuse in anelli di metallo che mordono, divorano, spendono, sperperano. È il mio regno, cosa vuoi? Faccio un'ultima pazzia, poi basta. Calo giù e nel fiume infestato delle mie stesse frustrazioni, mi sobbarco di altra scostante e depravata solitudine, conio una nuova moneta, figura poco sacra come effigie: ennesima caduta di stile, ma è il mio, luce intermittente e cortocircuito di eleganza e bon-ton! Questa non è democrazia. Son tiranna del mio deserto.
… il disegno era il mezzo per trasfigurare il mondo… Come se la vita, quale che sia, ricreata dalla punta della mia matita, assumesse all'improvviso la sua autentica importanza e il suo vero significato: quello della realtà.
In ogni specie sono i solitari a tentare esperienze nuove. Dietro di loro la traccia aperta si richiude.
bellissimo, la chiusura poi: "In ogni specie sono i solitari a tentare esperienze nuove. Dietro di loro la traccia aperta si richiude." è degna di Nietzsche.
RispondiEliminaaffrontare di petto la predestinazione richiede una forza da dei. nasciamo con un passato già scritto da e l'ansia per l'ignoto porta noi e chi ci sta intorno a scriverci già un futuro. si creano dei binari, deragliare senza cappottarsi è impresa per pochi, ma ci sei, e la scrittura è sempre taumaturgica per chi la pratica.
non è un voler interpretare il tuo testo, sarebbe come costruire l'ennesimo binario... è solo un pensiero da esso ispirato.
un bacio :D
Uno più uno a volte fa tre. Sono poche, rare, ben costruite opportunità.
RispondiEliminaSpesso fa uno, e ci può stare.
Ma troppe volte fa due, ed è uno spreco di vita.
Meraviglioso il tuo pezzo: mi ci sono riconosciuto con ogni singola goccia del mio sangue. Confesso poi che la chiusura mi solletica l'Ego: sì, sono un supersolitario, tento esperienze nuove, apro tracce che subito si richiudono!
RispondiElimina@ Caro il mio RobyDick: i tuoi deragliamenti son proficui assai, quasi e più dei miei! E non penso che siano cambiamenti di rotta, anzi… sei arrivato a una delle tante destinazioni di questo post! La lettura per me è questo: ho accanto un block-notes privo di linee, e lì appunto, disegno, traccio un nuovo viaggio. Questo post è stato ispirato da un libro di sofferenza che tanto m'ha fatto soffrire. Un libro per e di un paese in difficoltà, eterna, infinita, dal quale è meglio sconfinare per sopravvivere e per pensare, solo per un attimo: ecco questo sì che è un mondo! La Corea del Nord! E l'ultima frase appartiene a un altro bel libro di Erri De Luca: 'il peso della farfalla'! :))))
RispondiElimina@ WebRunner: se il risultato è frutto della mia mente senza riserve e minacce di tortura, va bene così, qualsiasi sia, nella fantasia e nella poesia, quando invece al contrario è una ferita grossa, sanguinante, imposta, contraria ad ogni scelta, allora no… facciamo zero! ;)
RispondiEliminaQuando l'arte funziona (come pure l'amore), uno più uno fa tre, come dice web runner. Quando non funziona fa uno, ma serve lo stesso, e molto. E' il due che non dice niente perché è deja vu.
RispondiEliminaSui solitari hai ragione. Chi non lo è ha troppo bisogno dell'approvazione degli altri per tentare l'intentato.
Il resto è poesia.
@ ZioAmato: lo penso e lo so fin nel profondo e visceralmente. Chissà, penso, stavolta… :/ ma tanto lo so, non c'è curiosità che tenga, chi meglio di me potrebbe conoscere meglio la sensazione di esaurimento della traccia? Chi meglio di me … quella punta non si riaffila! :) Non pesa nemmeno più, leggerissima è la consapevolezza! Lo sapeva bene il grande Monicelli! ;)
RispondiElimina@ IlGrandeMarziano: disumana-umanissima interpretazione, di rima non baciata ma altrettanto poetica!
RispondiEliminaNon è egoismo, non è: basto a me stessa. È 'son io in mezzo a tanti', ma solo IO, priva di senso di appartenenza o di possesso, unità scindibile ma difficilmente accumulabile! ;)
Molto diretta questa volta ... ma come sempre la voglia di non mettere la testa a posto mai. Continua così, che ci piaci.
RispondiElimina@ Alli: dici? ahia, allora sto peggiorando! :))))) mi salva la testa non sul collo, MAI! ;) *
RispondiEliminaUn maschio solitario rischia la cecità.
RispondiEliminaBella canzone!
La solitudine è l'eccellenza.
RispondiEliminaIl bisogno di condivisione la nostra condanna.
Non è vero che gli altri siamo noi.
Gli altri sono e saranno sempre e solo gli altri. Siamo noi che, troppo spesso, vogliamo essere gli altri. E sbagliamo.
@ InneresAuge: mi son sempre chiesta cosa rischi la femmina solitaria! XXX:D bella sì, Edda, alias Stefano Rampoldi, ha fatto un bel lavoro con 'semper biot' l'anno scorso.
RispondiElimina@ Lorenzo: son libera allora… libera di cercarli, di trovarli, di farne a meno, di sostituirli: gli altri. ;)
RispondiEliminama com'è difficile salvarsi da soli...
RispondiElimina@ Giardi: i solitari fanno una bella compagnia che poi si scioglie alla luce della necessità dei propri spazi! ;)
RispondiEliminaNon sono d'accordo sul fatto che la solitudine sia l'eccellenza.
RispondiEliminaLa solitudine (intesa come capacità di star bene da soli) è il presupposto. Chi non sta bene da solo non troverà in nessuno il riempimento del suo vuoto.
@ WebRunner: è un allenamento, il migliore! Bisogna imparare a conoscere se stessi e bene anche. Io so, ho bisogno di solitudine per ritrovare forza e ripartenza. ;)
RispondiEliminaDal titolo avevo pensato MALE
RispondiElimina@ InneresAuge: ://// sono sconsacrata alle unioni a vita! ;)
RispondiEliminatutto bello e chiusura da applausi!
RispondiEliminanon so quanto faccia uno più uno,ma ho riletto due volte il tuo brano e mi pare faccia 10.
RispondiElimina'son tiranna del mio deserto', bello molto bello
RispondiEliminaho sbirciato tra i tuoi rifornimenti, tra i tanti bei titoli mi ha sorpreso rituali, romanzo olandese quasi sconosciuto da cui è tratto un bel film visto non ricordo a quale festival non ricordo quanti anni fa...
stay alert
@ Ernest: grazie! merci! thanks! ;)
RispondiElimina@ AdyHappyborn: ohhhhh! *
RispondiElimina@ Eustaki: :)))) Di Cees Nooteboom ho letto quasi tutto! Adopera uno stile narrativo che mi affascina ogni volta di più, ad ogni libro che è sempre l'ultima tappa del suo vagare. Purtroppo non è facilmente reperibile! Ho appena finito 'Le volpi vengono di notte'! Un altro viaggio! :)
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