Guardalo quel fiore, campanelle pesanti, cariche di vita, figure femminili vestite di un vivido e livido fluido vivificatore, nutrici, madri, piantano e fissano le proprie radici della grande e calda cultura in un suolo spesso arido, sempre mangiato dal vento secco, ributtato dall'umida folata. Che fatica vuoi che faccia una pianta nel tracciare e sprofondare nella terra a culminare nella storia, a far germogliare le nuove linee etiche, spezzate e folte, melodiche e confuse, intricate e volte al sole, quel fuoco che brucia, beve dalla terra e crea la grande sete? Si fatica più a cercare di coesistere, smussare e conformarsi, quando sarebbe così facile, giusto, accettare orgogliosi le diverse tonalità, metterle in rilievo, dare colore dove serve, distribuire luce e ombra in un'equa composizione dei contrari, bianco-nero, in una omogenea complementarietà, generare una grande fusione di opposti, perché la differenza intesa come crescita ci fornisca una via d'uscita: un chiaroscuro che annulli i contrasti. Quale guerra potrebbe mai risolvere il grande dilemma della distanza, quale scontro vorrebbe mai guarire l'enorme ferita ancora aperta? Le due anime percorreranno quelle fratture lunghissime, la palma fresca inserirà la linfa vitale, il dorso scuro inciderà sugli squarci aperti, i piedi carichi di suoni, rumori, odori segneranno impronte fugaci, giusto il tempo di essere riseppellite dalla sabbia, le mani si stringeranno e si trasmetteranno la comunicazione del passato e l'incontro dei proverbi… la più grande battaglia è della bocca.
Non ci sono stagioni in Africa?
Diciamo che oggi è qui la primavera
venuta a far due passi con noi
giù da Harare o da Bulawayo.
La sua brezza benevola vi consoli
le narici con l'aroma
di abbondante flora in boccio,
spalanchi le vostre braccia ad accogliere
il soffio recente di libertà
attraverso le città e i villaggi sfiancati dalla guerra,
e afferri i coriandoli di porpora che fluttuano e cadono
su marciapiedi alberati, tetti ed automobili;
un festival di fiori oggi in Harare,
primavera è venuta in Zimbabwe per restare:
la jaracanda è in piena fioritura.
Seboni Barolong
in gemellaggio artistico e poetico con quella ligure di Adriano Maini
"Si fatica più a cercare di coesistere, smussare e conformarsi, quando sarebbe così facile, giusto, accettare orgogliosi le diverse tonalità, metterle in rilievo, dare colore dove serve, distribuire luce e ombra in un'equa composizione dei contrari, bianco-nero, in una omogenea complementarietà, generare una grande fusione di opposti, perché la differenza intesa come crescita ci fornisca una via d'uscita: un chiaroscuro che annulli i contrasti"
RispondiEliminaBellissimo questo pezzo. Straordinario manifesto di pace, uguaglianza, amore.
Grazie!
Coesistere,un dogma,una necessità,una cosa giusta.
RispondiEliminaBella quest'aria inquieta ... speriamo si alzi ;)
RispondiEliminaCredo di aver trovato qua il lubrificante cerebrale che mi serviva.
RispondiElimina@InneresAuge: siamo in tanti ormai nella volontà comune di intersezione tra le culture, le generazioni (quantobasta) e le razze!
RispondiElimina@Costantino: che qualcuno fa troppo in fretta ad eliminare o a voler dimenticare.
RispondiElimina@Alli: qua c'è aria di tempesta.. ma dato che a me piace e parecchio: vai acqua!
RispondiElimina@wawos: :) 'lubrificante', ma una volta mi dissero (socio, dove seiiiii?) poco potabile! Benvenuto
RispondiEliminacome sei dolce oggi milena, sei "rodarizzata" :)
RispondiEliminaancora così! :****
Quanto posso imparare dai tuoi scritti...
RispondiEliminaCiao!
Grande ultima frase.
RispondiEliminaLa più grande battaglia è nella bocca.
Quanto è vero, nel bene e nel male!
@RobyDick: la primavera mi ispira, anche con la tempesta!
RispondiElimina@IlBallodeiFlamenchi: non è un blog didattico :P ciao! I fenicotteri che meraviglia!
RispondiElimina@MrJamesFord: dialettica nel bene e nel male! Poi se è solo dare fiato è letale.. considerando ciò che si mangia 666)
RispondiElimina"la più grande battaglia è della bocca" che meraviglia. Ci sono individui che parlano perché pensano che il rumore sia più sopportabile del silenzio. Per questo a volte preferisco il dialogo con me stessa perché più stimolante. Ma io e te un giorno dovremmo farcela una gran bella "conversata" altroché. [bacio ragazza]
RispondiEliminase solo si volesse veramente, tutto sarebbe fattibile: ai più è più semplice dire .. son troppo diverso.
RispondiEliminama ai bimbi piccini e ignoranti, sono i grandi sapienti, che insegnano la diversità.
:O
felice serata
@EmmaPeel: questo poeta è un grande! Sto leggendo parecchio di lui, della sua terra e della sua gente. Pensa e scrive. Scrive e pensa. Musica per le mie orecchie: come quella musica di migrazione che ho postato, per me e tutti quelli che amano il viaggio in sè. Bacio girovaga che forse incontrerò.
RispondiElimina@Chaillrun: è proprio quella volontà che difetta ai più. Bimbi e grandi, maturi e inesperti, basterebbe che si amasse la pace per non star sempre lì a rompere equilibri e rispetto. Felice.. ehm, mattinata! :)
RispondiEliminasplendido gemellaggio
RispondiEliminaitalia-africa!
RispondiEliminasecondo me non ci sono più le mezzestagioni eè basta :-/
RispondiEliminaLeggo il post e lo apprezzo.
RispondiEliminaConcordo in pieno con la tua frase "la volontà comune di intersezione tra..."
@Dark0: comincio a pensare diversamente.. o forse lo spero. Del resto odio l'afa, quindi amo l'autunno che spezza le temperature fine estate e la primavera che attenua i primi torridi mezzogiorni.
RispondiElimina@IlMonticiano: come direbbe l'amico Nico, la matematica e la geometria ci forniscono soluzioni e argomenti bastevoli alla vita. :)
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RispondiEliminaSi crescono anche dalle rocce nude così, per il nostro piacere, mentre altrove ci si preoccupa ad aggrappare accanitamente a niente, tranne un potere superato, appassisce e scolorito. Coloro sono molto più deboli, meno veri e quindi più effimeri delle campanelle.
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