martedì 11 maggio 2010

mamma africa


Forza e vitalità, immagini e colori, personaggi indimenticabili, piccoli grandi eroi che lottano per rimanere esseri umani, atrocità e bellezza impareggiabile, immaginazione che deriva dalle difficoltà e dalla desolazione a cui sono condannate le nazioni di una terra fantastica animate però da una grande resistenza e dall'insopprimibile bisogno di libertà.
Imprese epiche impossibili, paura che attanaglia i cuori, coraggio leggero e giovane, esperienza paterna e fantasia filiale, guerre, carestie, ricchezza e fame, lotte sociali e devastazioni ambientali, memoria e futuro, ricerca del riscatto femminile portano prepotente e strabiliante sulla scena letteraria mondiale, la nuova voce dell'Africa.
È diversa, è talento vero e assoluto, è grandiosa e allo stesso tempo minuscola realtà, la scrittura degli autori africani, piena folgorante visione dell'orizzonte così lontano così vicino, delicata e potente abilità grazie alla quale tu lettore ti commuoverai e piangerai e dispererai insieme ai personaggi.
Apri quella finestra e immergi i piedi nel giallo e immenso deserto, ti strisceranno affianco sinuosa e guizzante solitudine, memorabile e poetica tragicità, ti bagneranno magnifiche solidarietà e comunanza, ti asciugheranno cocenti abbracci e drammatici abbandoni, lasciati trasportare e cammina insieme a loro, seguendo i cammelli delle carovane, guarda lontano e toccalo, fa tuo quel mondo sconosciuto, è un consiglio… io non sono ancora tornata, mi troverai lì.
Mi ci ha condotto un certo Mene nel 1992 al ritorno da una guerra non sua a causa della quale c'è la prigione, sozacapitani che ti fanno bere la piscia, aerei che cagano bombe, cose senza senso… siamo scappati insieme, lui dalla tragedia del conflitto etnico, io dalla barbarie dell'indifferenza.

O sinal dos meus pés é invisivel agora…

qualche nome?
Nadifa Mohamed
Shailja Patel
Maaza Mengiste
Mohamed Aden Sheik… e naturalmente Ken Saro-Wiwa, a 15 anni dalla sua morte, ancora non riesco a spazzare la vergogna.


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