giovedì 13 maggio 2010

tempus fugit

Una tentazione continua, quella di fuggire… rompere gli indugi, limare quelle sbarre, sventrare quell'involucro nel quale una mattina mi sono ritrovato e spiccare il volo.
Un bozzolo che non mi appartiene più rimane inanimato ai piedi del mio letto.
Voglio solo partire, demolire la dimensione della consuetudine e spezzare questo vincolo di disinteresse. Sabbia negli occhi trasmessa da quello sporco scirocco.
E con gli occhi così, guardo giù e non avverto più la loro presenza. Come poter combattere un nemico che non si vede?
Come impalpabile nebbia si infiltra dappertutto nella mia bocca, la raschia come vetro e inibisce ogni leggerezza.
Pesante il mio corpo, atterra e mi riporta in un'altra prigione ben più tetra, seppellito vivo da una spessa coltre, mi sta sopra, mi dice che è bello esser come lei, lei sì che si sposta perennemente e rifiuta ogni forma di vita dentro di sé.
Mi eccito e un po' mi sollevo al solo pensiero, a quanto possa essere opprimente tutta la realtà di questo mondo, stretto a rimanervi aggrappato, potrei imitarla e trasformarmi in un granello, fondermi con lei; informe e vana, anche se dovessi sgretolarmi e ritornare in superficie, l'unica legge da rispettare sarebbe la sopravvivenza, ripetuta e ripetuta, all'infinito.
'Basta schiavitù, basta legami, basta catene'…l'ho detto io e appaio ora ancor più schiavo, ancor più legato, vivo e mi muovo, mi affanno e mi stanco, è solo apparenza, un castello inutile, precario e pronto a disgregarsi, corrotto e corroso dall'interno, marcio e abituato al buio, tanto che una volta trovata la via d'uscita, sì, ormai, avrò paura della luce.








2 commenti:

  1. " E Ciaulà si mise a piangere, senza volerlo, senza saperlo, dal gran conforto, dalla grande dolcezza che sentiva, nell'averla scoperta, là, mentr'ella saliva pel cielo, la Luna, con il suo ampio velo di luce, ignara dei monti, dei piani, delle valli che rischiarava, ignara di lui che pure per lei non aveva più paura, nè si sentiva più stanco nella notte ora piena del suo stupore."

    Pirandello.

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  2. C'è una breve distanza dalla punta a lei nel firmamento e io non smetterò mai di guardarla e di rimirarla, in quel momento sentendomi meno sola nella solitudine delle cose ché ci sono tanti altri come me che si perdono e si ritrovano, vuoti e pieni.

    Dani non sarebbe bello pensare anche a Pirandello per un prossimo lavoro dei tespini? :*

    n.b. sò uguale a Ciaula!

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