venerdì 7 febbraio 2014

rumore dentro

E non sanguino. Sarà un'illusione. No, lo sto avvertendo ancora, in questo preciso istante. Prima era debole e lontano; non identificabile la provenienza. Segue una pausa lunga. Poi si ripresenta. A ripetizione, più chiaro e prolungato, con conseguente eco, battente, impertinente, libero di assordare, privo di buona educazione e perciò da nessuno desiderato. Non è una buona musica. Non sono nemmeno parole lievi o suoni delicati. No, son tremiti improvvisi, cigolii sinistri, trilli estenuanti, voci segrete. Ma possibile che lo senta solo io? Questo fruscio di carta da lettera senza mittente. Un messaggio cifrato lasciato in bella vista, ma in brutta copia. Tento, senza esito, di farlo individuare anche a te. Ma tu pur in ascolto riconosci solo il suono della vuota sorpresa. Mi son persa tra i più forti, mormorio in mezzo alle urla, lamento solitario in mezzo alla moltitudine, elemosinante in mezzo alla folla indifferente. Sono in piedi sul ciglio della strada. Le strisce son scalini ora in salita, poi a scendere. Basso mi giunge un saluto dall'altro marciapiede. Eccolo. Mi attraversa. Mi lascia esanime. E se ne va. Senza corpo.