domenica 31 agosto 2014

what dreams may come

Non serve nient'altro. Hai tutto ciò che ti serve, me esclusa. In realtà vorrei che fosse così, che tu fossi l'unico sulla faccia della terra. Sulla mia. Ho letto di una nazione in cui c'è un paese tutto al femminile. E io lo immagino il minuscolo nucleo: gli uomini son partiti tutti e han lasciato sole le donne in balia degli eventi, della durezza della vita, della morbidezza dei loro fianchi, della pienezza dei loro seni. Che atrocità sarebbe? Il vuoto che si perpetua per anni, decenni. Un lutto terribile. 


What dreams may come, when we have shuffled off this mortal coil, must give us pause.

Un giorno un uomo sarebbe arrivato. Unico. E quello lo si sarebbe dovuto dividere, prendere e lasciare, conquistare e cedere. Il solo maschio in quel nucleo crea scompiglio, scioglie, cinge, stringe e accarezza. Che atroce spettacolo sarebbe? Il vuoto che si colma e risuona, il lutto che si smette e si fa rossore. Rigoglio. Seme. Vita.

Comincia il viaggio verso l'altrove e oltre. Hai bagaglio e viatico. Inclusa me.

Passo da Amleto, atto III, scena I

Music Trentemøller The last resort


domenica 17 agosto 2014

Persa.



Di quando stavo bene ché non sapevo. Di come ti senti svuotata dopo un lungo e profondo sonno e così vuoi restare. Del perché ti svegli rintronata allo squillo del telefono che hai dimenticato di spegnere ché lo sai che le notizie devono arrivarti piano e non rovesciartisi violente sulla testa. Del se fosse stato opportuno rispondere e quanto tempo hai impiegato per realizzare che sì, sarebbe stato meglio non farlo ché lo sai, le cose iniziate in questo modo, apparentemente per caso, son quelle che finiscono male, anzi peggio.

È un viaggio, falsamente lungo, a ben vedere brevissimo, in mezzo a profonde fragilità ed intime inquietudini, attrazioni e repulsioni continue, sicurezze che si sgretolano a cospetto di un mondo conformista e regolato: ruoli da rispettare, limiti da ristabilire, equilibri da non forzare. Non puoi dimostrare cedimenti, non devi concederti a disorientamenti. E a me piace tanto cedere, io son fatta per essere disorientata. Ciò che dovrebbe essere, io non sono. Sospesa. Battuta. Applausi. Sipario.

venerdì 1 agosto 2014

anal-tema

Sto procedendo a marcia indietro da un po'. E, devo dirlo, mi si confà. Tanto. È come un pezzo musicale suonato al contrario. Non lo riconoscereste, ma intanto sembra avere un senso. Tanti. Parto mescolando direttrici diverse, evolvo e mi ritrovo ad essere una realtà di maggior spessore. Incredibile. Parecchio. Enfasi frapposta a un enigma. Dagli esordi fino al prologo. Un Suono ch'è graduale tanto da sembrare Silenzio.
Non c'è nessun punto fermo tranne quello alla fine di ogni espressione facciale. Prima c'erano righe rughe, ora punti nei. No, non l'ho messo il cuore. C'è qualcos'altro che pulsa e dà vita a una delle più imprevedibili metamorfosi di corpo e corpo. Sto ascoltando insieme Cradle of Filth e Porcupine Tree. Nessun biasimo d'anima perduta nel bellissimo rituale - sacro e barbarico - tetro e ferale. Tutto molto immediato. Laido. Sbraitato. Bollente. Perché ghiacciato.