venerdì 30 novembre 2012

tempo al tempo

Siamo solo segni o sindromi di un qualche grande collasso, e le nostre morti non avranno più senso di quelle di una mosca estiva in una stanza vuota.



Li vedo mentre camminano l'uno al fianco dell'altra. Sono due personaggini, eclettici e spietati s'abbeverano l'un all'altra, affamati di sé e del mondo e discutono delle loro visioni e della realtà che li circonda e che non li rappresenta, tutti presi da un'ansia che brucia e li divora, lontani anni luce dal materiale e vicini nell'ideale, nella dimensione immaginaria. 'Son solo parole, è ora di trovar lavoro'. Sì come no, mangiare, tasse, dormire, far l'amore, bere, sopravvivere. No, grazie. E giù ancora parole dilaganti, tormentati dialoghi, dilanianti chiacchiere, insulti e riflessioni, scherzi e discussioni appassionate su film, dischi e libri. Ironia e sete di conoscenza. Passi insicuri al limite di un baratro, perditempo incalliti loro due, lo sfiorano, lo rubano e lo stroncano, ci sprofondano e risalgono e s'offrono come bocche vuote e fameliche. 'Secondo me siamo morti e non lo sappiamo'. No, siamo vivi, noi.

domenica 25 novembre 2012

reminder


Quando sento la prima nota, capisco, è il mio strumento preferito. Sono alle prese con la me che distilla lenta emozione e brevi certezze, gemiti accennati e starnuti sommessi, quelli che temi saranno fragorosi e invece si percepiscono appena. Il risultato si affida a una specialista dell'interdetto, dell'inconsapevole, dell'inconsueto e lei si cimenta… perché sente di non aver nulla da perdere, nulla da richiedere in cambio, matura, ma ancora giovane, versatile e pochissimo impegnata. Ha rinviato troppe volte, trascorso un periodo tribolato, e finalmente è giunta al debutto ufficiale raccogliendo frammenti e segnali, una bella struttura, articolata e varia, quasi completa: una commistione tra amori, dolore, morte, avventura prende vita e germoglia sotto la pelle spessa dell'apparente indifferenza. È una grande cicatrice che fa da schermo alla lunga scia di sentimenti potenti che non vedono l'ora di incidere e fuoriuscire. Non so se addentrarmici per primo, tentare di riaccompagnarla quando troppo sbronza. Mi converrà tenerla in equilibrio sulla perfetta alternanza tra confidenza complice e segreto dialogo? Noi due, intimo corpo a corpo, scricchiolii controllati, ostacoli evitati, sempre sull'orlo del dramma totale, evitiamo l'incidente finale e scegliamo vie di fuga sempre diverse, capiamo d'essere forti e folli insieme, ma altrettanto impeccabili se soli. Devo ricordarmene quando, fuori dal tempo, in vista dell'uscita di scena, l'arrangiamento e la trama armonica, imprevedibili e stimolanti, mi riporteranno a rileggere e a musicare nuovamente questa egregia composizione: l'assolo cristallino, meritevole d'ascolto, abile nel decapitare il torbido e capace di dissolvere l'inquietudine.

Con il passare del tempo, la minima traccia dava vita alle più esagerate aspettative… Oppure, in quegli improvvisi, attutiti silenzi che a volte calano in montagna, quando il vento muore e tutto resta sospeso in una quiete cristallina, capitava che qualcuno sentisse il pulsare delle proprie vene e lo scambiasse per il battito del cuore di un altro.
Charles D'Ambrosio 'Jacinta - Il suo vero nome'

lunedì 19 novembre 2012

nessuna tregua


Durante i raid israeliani sono rimasti uccisi più di dieci bambini. Che almeno si sono risparmiati un'infanzia atroce.




Le sirene hanno suonato in tutta Tel Aviv. Oddio, speriamo non abbiano svegliato nessuno!

Due esplosioni si sono udite a Tel Aviv. Netanyahu: "Scusate, è la mia suoneria".

Le forze israeliane hanno colpito 120 obiettivi all'interno della Striscia. Che è diventata una Linea Tratteggiata.

Come fanno due, diversissimi, complicati, orgogliosi a trovarsi e rimanere amici nonostante la profondità della voragine che li separa? Necessaria l'esperienza, fondamentale la spontaneità. Uno intrattiene, l'altro trattiene. Colonna sonora condivisione, trama battere e levare. Sulla linea d'onda le loro parole si inseriscono e suonano alla perfezione sulle cinque righe dello spartito e creano la comune armonia. C'è chi la esegue in maniera rigorosa, chi ne fa uno spettacolo divertente. La musica li guida, li unisce e li contrappone lasciando sempre lo spazio e l'accordo ideali, quelli in cui ci si muove liberamente e rispettosi, consapevoli e attenti, mandano in scena ogni giorno una sinfonia mirabile. Accelerano, si rilassano, arpeggiano su quelle corde, disegnano un vuoto in cui si perde volentieri, gli scenari avvolgono e ipnotizzano, amplificano il dolore e la felicità fino ad apici impensabili. C'è un'invenzione che mantenga quella visione mistica? C'è il momento dell'arcano risalire, dello slancio e quello della distorsione, del truce avvitamento, del ricadere. Ritmo che sostiene collassa e precipita. Non penso che riuscirei a perdonarmi una simile debolezza, l'assillo della conclusione e l'insorgenza dell'ombra quotidiana mi inducono al paradosso e all'ambiguo, tutta protesa alla vitale danza orgiastica, congiunta e sposata da una cifra romantica, non da un cerchio dorato. Il nostro è un modulare opposti e paradigmi, nei quali mi istruisco e mi educo proprio perché vorrei che la pausa, quella che rimane lassù, schietta frattura e coloritura intensa, abbagliante, non definisca, non racchiuda. Non son fatta per la pace.


Un cameraman palestinese ha perso una gamba. Venendo promosso a "Telecamera".

Trovo allucinante che si parli tanto dello scontro fra israeliani e palestinesi, e non dell'accorpamento delle province di Pisa e Livorno.

Ban-Ki-Moon lancia un appello contro le violenze a Gaza. 3 Morti.



Non so se ho più cicatrici sul corpo o nello spirito.

Frasi pronunciate da un tizio con cui vado molto d'accordo, e ancora non ci siam visti chissà poi..., scrive su Spinoza e sul suo spinoso (e per questo motivo) adorabile blog, Dan, per gli amici 11, anche su Twitter.

domenica 11 novembre 2012

verità per verità

Per me, preghiera, è stare in silenzio in un bosco. Stare Silenzio Bosco. Tutto ciò che serve, quel che non è vitale. Io coinvolta nella traiettoria confusa e lui ombroso e implacabile seduttore mi irretisce, mi incanta. La traccia apre il percorso, segna i nuovi confini del sentire rumori sparsi sul sottofondo, dell'esplorare spazi incontaminati che lasciano un vuoto incolmabile fatto di strazianti linee di pianoforte e tentano di riempirlo con distese di fiati respirati e soffiati nell'oscurità densa e abbondante. Sono un'infiltrata, inserita nel flusso, s'agita e m'attraversa come un brivido elettronico: sublime e brutale elemento di congiunzione, rivelazione dell'esistenza d'innesti tra pathos sanguinante e fredda determinazione al minimalismo, a tratti senza futuro. Intro, svolgimento, turbine. La giostra dai colori offuscati sfrutta la forza della danza delirante, sciamanica, scossa e quieta a intervalli irregolari guidata dalla musica degli oggetti. Calpesto, folto e pieno, e sembra che non lasci segno la mia suola. Un lampo attraversa il fitto fogliame e mi colpisce, anima il mio battito, spinge fino a sconvolgere l'intero sistema nervoso, mi lascio trasportare, dispersa, lo lascio fare, confusa, sempre più ammaliata, lo faccio insinuare violento. Sono plastica da modellare sotto il suo tocco divino. In lui cerco rifugio, a lui ribadisco le ragioni della mia inesorabile resa. Implode il moto fino a scemare in tintinnio tenue e leggera flessione, declino inesorabile. Lo sguardo rivolto all'algida miscela che paralizza parzialmente spirito e corpo e mani a stringere quel punto minuscolo, l'ordine della bellezza, i segreti dell'universo… declino, accoglie, recita piano who is Kate?

Frase iniziale Mario Rigoni Stern
Passi tratti da L'ultima amante di Hachiko - Banana Yoshimoto