giovedì 30 maggio 2013

in grado


Do not dress in those rags for me, I know you are not poor;
don’t love me quite so fiercely now when you know that you are not sure,
it is your turn, beloved, it is your flesh that I wear…



Ci vuole un gran bel coraggio, ma alla fine ci si riesce. A improvvisarsi diversi da quel che si è in realtà. Perché il più delle volte si hanno le armi a disposizione, anche se ben nascoste nella fondina. Poi si scopre, sia stato inutile e anche dannoso. Il tempo per cercar di slacciare, afferrare, sfilare, mirare, puntare e far fuoco. Sarebbe stato più semplice essere se stessi, senza uccidere il proprio e l'altrui. Voce e strumenti ce li abbiamo tutti. Doti raffinate o mediocri. Registi del proprio film, professionisti del savoir faire, dire, vivre.


mercoledì 15 maggio 2013

insoddisfo






Mi sei preso una sera, così per caso, per caos mio, e tuo. Ti sei presentato come un eccesso di voce, quell'acuto che spara improvviso mentre stai parlando piano. Come il singhiozzo che ti interrompe un vecchio discorso, lo hai iniziato e non lo finirai mai. E intanto in quello si insinua umido e caldo un anticipo di trama, lo sfogo amaro di una vita insoddisfatta, piena a metà. 
Basta un motivo futile, l'originale sortilegio rivela lo squarcio, lo schema se ne va a puttane, e scopre balle, belle e sacre, anche inutili e dannose. Sai, di disimpegno, l'apparenza, dell'aggiungere inganno, ottieni un mondo di imprevisti. Io rinvio partenze solo per il gusto di assaporare l'apoteosi dell'approdo in mezzo a tante interferenze, incagli e deviazioni, m'annullo perché sia più intimo e continuo il contatto, ennesimo in ordine di tempo, primo e ultimo insieme.
Appunto l'indirizzo, annoto i numeri, disegno il percorso, ma già, da qualche accenno confessato a me stessa, soffro di sconfitta anticipata, come se avvertissi le scosse e misurassi già i danni dei crolli. Cosa incoraggi? Io son lì già a registrare inversione di marcia e cambio direzione. Un'altra, perché per quanto curiosità e rabbia io possa nutrire, la noia la farà sempre da padrona.  E cercare attuali stimoli, e favorire fortuiti incontri, e ritrarre volti e corpi di fantasmi del passato e di spasimi futuri. Vivere una vacanza eterna, amori meno interessanti, ma senza storie.

sabato 4 maggio 2013

torno sù

Sono al terzo anno e mi cimento in un tormentatissimo flusso interiore che mi porti avanti e indietro, sopra e sotto, dal passato al presente, dagli alti ai bassi. E' viaggio fieramente femminile: prendo il necessario e tutto stipo con disordine accurato nel borsone semi-morbido ché non si deve mai rinunciare al proprio stile e alla propria linea di pensiero, ci si conceda qualche fermata breve a considerare l'altrui e si tiri dritto quando la roba esposta proprio non attira la nostra attenzione. Il mio è metodo astrattamente ben collaudato: mi tormento le unghie, le limo quanto basta a non sfilare le autoreggenti, efficace per avvertire il dolore, linea di dialogo continua dialettica con la morte. Il marchio riconoscibile dell'interiore in subbuglio, il segno del sospetto verso l'esterno, il colore della guerra eterna tra me e gli altri, quando sia nato, quanto sia cresciuto, dovrei soppesare e misurare, ma non potrei giungere ad alcuna soluzione, quindi accumulo identità sconvolta, soggetto scarsamente definito, compatto, imballo e spedisco, aggiungendo un piccolo biglietto di scusa destinato a chi riceverà il bagaglio scomodo. I conti con me stessa li faccio ogni giorno, ma c'è un teorema che possa aiutarmi a calcolare e definire il nucleo, a decodificare il punto focale? No, che non c'è. Narro e m'offro visioni, mie, assecondo personali intuizioni, interpreto la sostanza, emergo e m'affondo, supero ostacoli vecchi e ne invento di nuovi, mi vuoto e mi riempio di sottintesi e di mai detti. Allora qual è il punto? Non ce n'è. Questo è il punto.