giovedì 26 febbraio 2015

Qual è la questione.

Macché intrattenimento. Mai stata una showgirl. È un manifesto generazionale, un atto rivoluzionario, l'espressione di dissenso, il disappunto politico e umano. Capace di incarnare lo spirito della rivolta, un istinto primordiale ch'è fuoco acceso, sfogo impetuoso e fa cenere ch'arde per ore. E nella stanchezza e nella noia, nel disincanto e nella quiete successive all'amplesso già ripensa e pensa a quello dopo. 
Troppo lontano. Troppo tempo.

Vuole tutto lei. Non le piace spizzicare. Assaggiare. Ché comincia a spiluccare, ma il grappolo deve afferrarlo forte o avvolgerlo e si farebbe vipera fosse volpe e lui troppo in alto. C'è l'uva che non riesce a raggiungere e, piuttosto che morirne, ci rinuncia. Non prima di averla irrorata col veleno. Nessuna deve goderne se non può lei.
Troppo lontano. Troppo tempo.



Il richiamo era forte. Non avrebbe potuto essere altrimenti visto l'incipit viscerale: parole trasudanti voglia, conquista, libertà, dominio. Sentimenti tanto contrastanti a fare cerimoniale nero, invettiva e tregua, fuga e sosta. È avvenuto, lo scontro tra due personalità diverse, scosse e placate da movimenti chiari, inequivocabili. La distanza s'è annullata.
Troppo tempo.

È stata una battaglia a viso aperto, una sfida vinta e persa da entrambi. Nudi l'uno di fronte all'altra. L'uno nell'altra, emergenti ogni volta dall'oceano di rabbia e passione ch'è difficile tradurre se non invadendo, straziando. C'è il tempo in cui si cede e ci si concede, s'abbassa la guardia, ci si abbandona, ci si lascia e le distanze s'allungano di nuovo.
Troppo lontano.


Musiche di 
Joan as Police Woman 

Terry Callier.

lunedì 2 febbraio 2015

rivela.

I periodi migliori son quelli che passano inosservati. Quando sei felice facci caso. Guardati dentro e fuori. Ti si riveleranno, come i segreti, di cui tu e solo tu conosci l'esistenza, san fare. E tu sorriderai compiaciuto, intimamente soddisfatto. Tutto preso dallo strambo e dallo scombinato, quel disordine interiore che diventa armonia, la sconcertante rivelazione d'essere parte integrante e non solo spettatore, l'incoerenza, la confusione… gli sbalzi d'umore, l'esaltazione dei sensi e la parola quella parte di te ch'arringa e con la lingua, come un laccio, tutti intorno se l'attira, immobilizzandoli al loro posto.

Spaventoso sovvertimento dei sensi che trasformava quell'attimo in infinito sbalordimento.