venerdì 16 maggio 2014

scorie

Lingua doppia, labbra indurite.

Come poter trattenere le parole

belle nell’impasto della bocca

otturata di polvere?








Così è il viaggio, nitido paesaggio sullo sfondo ben contrastato. Passato e futuro scanditi dalla quotidiana catastrofe, quella normale, del vivere, quella eccezionale, del vivere. E io circolo tra l'una e l'altra, sempre in mezzo, al riparo dalle luci troppo forti, avvezza alle tenebre con le quali stabilisco immediata familiarità.

Così è il passo, dal ritmo lento e cupo, quello che solca le zolle, quello che scava sempre più a fondo, 

quello che inciampa ed estrae il monolite nero, lo riporta in superficie perché lo si veneri, 

come un moderno totem, perché a lui si operino sacrifici, perché lo si salvi dal buio sottosuolo 

e lo si mostri al mondo intero: la felicità risulta da pari dolore sofferto in precedenza come scrisse il buon Poe…

Aprile è il più crudele dei mesi, genera
Lillà da terra morta, confondendo
Memoria e desiderio, risvegliando
Le radici sopite con la pioggia della primavera


F. Frascà - T.S. Eliot





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