domenica 15 aprile 2012

tesi dell'assurdo

Abito. Nei dintorni di Londra. Parlo, parlo e straparlo. E non mi pettino sempre allo stesso modo. Amo contraddire e contraffare. Godo nel demistificare. Anarchica che non sono altro. Non potrei agire diversamente... o forse sì. Cosa siano le posizioni nette, quanto facciano parte delle grandi promesse di miglioramento delle condizioni umane ho voglia di tralasciare e di preferire e sposare il mio irreale, indecente paradosso.
Adotto. Ogni giorno come modus vivendi il coraggio della retrocorsa con proiezione in avanti, molto avanti. Stupire, provocare, attaccare alla base alcune realtà prestabilite, più calcolate che sincere e verificate, queste le regole quotidianamente rispettate e di cui è impregnato l'affronto al mio resto del mondo. Nemici dappertutto ad ogni angolo di strada, rottura su qualsiasi muro o facciata, stupore sulla faccia di bimbi poco inquadrati, studenti ribelli e politici incorrotti. Sarà il mio più grande vanto: occhi e gusto soddisfatti senza timore di richiesta rimborso. Oser ne pas penser comme les autres, l'estrinseca traccia lungo tutto il percorso.
Rischio. Non pronosticato dai burocrati incalliti l'innato mio desiderio di rivolta incosciente, saranno battuti facilmente fuor da inutili convenevoli e ovvi luoghi comuni. Un'insegna luminosa indaga e scorcia il buio pesto legame tra l'essere e il non essere, non parla la lingua vuota dell'incomunicabilità, rappresenta l'impossibilità e comicamente conclude nella storia smascherando il banale e il convenzionale.



Soffro. Per gli eccessi di autoritarismo. Accorcio le gonne e le sbrindello. Scrivo. O meglio comincio a scrivere senza saper di cosa. Effettuo la rivoluzione completa del creare. In maniera spontanea, senza regole o condizionamenti. Via i legacci, scardinate le logiche. Fatevi delle domande. Non rispondete obbligatoriamente. Beffatevi della sorte, burlatevi della morte. Ho iniziato la parodia tanto tempo fa, ne ho fatto emblema e logo prestando spunti all'incerta epoca, gestante e balia di umana arte che non vuol nascondersi dietro alcuna ideologia e potere soffocanti. Stralcio. Qua e là. Sulla lingua bianca che taglia la via della mia esperienza quadriennale e si staglia nell'azzurro del mio centoedieci, lodato e aulente di lauro, in corsivo e schizzati a matita si legge chiaro…

L'avant-garde, c'est la liberté
Eugène Ionesco


parte della mia tesi, tavole ancor più surreali.. anno 1993

15 commenti:

  1. avevo letto "eccessi di autoerotismo"

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    1. bè in quel periodo non proprio.. :))) diciamo che andava alla grande in erotismo la ragazza ;)

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    2. Però, sai che divertente questo passaggio così: ... gli eccessi di autoerotismo. Accorcio le gonne e le sbrindello... ;))))
      Però, meglio per te ;)))

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    3. bè sì comincio a pensare che ci sarebbe stata anche meglio 'autoerotismo' :)))

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  2. altro che assurdo, altro che surreale: è vera libertà ...

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  3. La retrocorsa con proiezione in avanti è anche il mio modus vivendi :-)

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    1. si casca, ma sai che soddisfazione superare uno che crede di avanzare e far la linguaccia? :))))

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    1. Mi attacco , mia cara , per postare ...al solito intralci vari con connessioni superflue....A mio modesto avviso , rappresenti degnamente la vera libertà, anticonformismo, il capovolgimento delle regole prefissate....la libertà sprizza da ogni tua parola...Bello!

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    2. @Ernest: l'autentica!
      @Nella: la coltivo finché posso!

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  5. farsi domande senza darsi risposte... ecco una delle regole di una sana petroliade. accumulo dati, poi metto in pratica eh, per come riesco ;-)
    e non strappar troppo le gonne! :***

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    1. il primo esperimento è andato a buon fine.. per come l'ho capito (il bello del petrolio è che te ne invischi e vorresti un'alternativa :))))

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  6. eheh... tutti subliminalmente presi dall'autoerotismo... :-)
    che va benissimo, se contribuisce alla libertà dai conformismi famiglievoli, e , appunto, dall'autoritarismo... ho appena visto il film ispirato alla parmalat, col capoccia che chiede severo al nuovo giovane dirigente: "Lei è sposato, vero?!"... mentalità da vomito: era un bravo ragazzo così costituzionalmente onesto da arrivare a suicidarsi davanti all'evidenza di certi maneggi, ma il Vero Valore da imporgli era di essere sposato...
    Coltivare la Libertà? Un'emozione DOPPIA, visto che non trattasi solo di pianta bella, ma anche di pianta ufficialmente estinta!!

    Un abbraccio

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  7. è l'assurdo mio preferito, in via ufficiale estinto, ma conservato per bene! ;) *****

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