venerdì 28 novembre 2014

La grande voglia

Di star meglio per andare.

Di vivere meglio per non tornare.

Di capire ancor più per lasciarsi andare.

Le simmetrie le ho sempre odiate. 
Le rime, le unioni forzose, le combacianti, le indissolubili. 
Agli inizi, no. Tutto sembra talmente naturale e spontaneo che apri fiduciosa, ma poi più leggi, più assorbi, più tutto diventa inafferrabile, impalpabile, intraducibile. 'E tu non afferrare. Non stringere. Non appropriartene'. Comincio a deconcentrarmi, ma è evidente, dove prima si intuiva un'ombra appena accennata, c'è una montagna di polvere che s'agita e m'agita. La sostanza di quel che sono stata o che avrei potuto essere e non son stata, quella che allude ed elude. Annulla e s'annulla. Nega e si nega. Non dice nulla. Afferma tutto. E s'estende sul tutto, me compresa, m'avvolge, con me si fonde, ci supera, umiliandoci, sublime ed evanescente e sospende. Per sempre. Qui sì, quella continuità acquista un senso: essenza, assenza, emergo e scompaio, vertigine e profondo equilibrio. La voce svanisce e l'opera si compie. Chiudo.

Di trattare tutto col giusto tocco.

Di assottigliare il sottile confine tra due diffidenze.

Di fondere i due.

Voglia poca.





nulla che sarà e il nulla che è stato
Mark Strand

8 commenti:

  1. Smettere di cercare è morire. Ma anche morire è un modo di cercare.

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  2. un gran bel tocco con quel giro asimmetrico che ti contraddistingue

    "È vero, come ha detto qualcuno, che
    in un mondo senza paradiso tutto è addio.
    Sia che tu saluti con la mano o no,

    è addio, e se non ti salgono lacrime agli occhi
    è addio lo stesso, e se fingi di non accorgerti,
    odiando ciò che passa, è addio lo stesso."
    Mark Strand

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  3. Io sono l'asimmetria fatta persona.
    Concordo su tutto.

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