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Ha costruito tanti modellini, ha disegnato tanta scenografia di carta, dipinto tutte le mani dei trucchi spettacolari alla luce della lanterna magica, ha dato forma ai suoi sogni di bimbo, mosso mani che sembravano morte, acceso occhi che erano ormai vuoti, regge, sostiene ancora il tempo, vola la sua testa sulle linee di quel pentagramma, riavvolge e raggiunge l'equilibrio, sta per cadere di sotto, ma si aggrappa e si salva… avrai successo dice quella faccia, non ridere, non buttare l'umorismo, tienilo stretto, vedrai ti tornerà utile. Ora splende, ora si rabbuia, ora sorride, ora storce la bocca in un ghigno sinistro. Lancia un ultimo avvertimento: abbandona la nave, interrompi le battaglie marine, guarda sù, il mio bagliore ti renderebbe visibile a tutti gli aerei nemici, fermati e sali, sarai il primo uomo sulla luna, non credi che questo renda tutto il denaro del mondo? Attende un attimo, si guarda intorno, vorrebbe contestare la lunghezza del cammino, ma lei ha già soffiato una scia argentea su cui muovere i primi passi e lui… comincia a costruire quella sequenza mirabile e ricama metri di tessuto e monta il buco, taglia incolla sovrappone, riavvolge con pazienza e precisione, vieni, vieni, investi il mio occhio, apri la voragine e duplica il piacere, stappa e beviamo, gratta e raschia via la tristezza, stanotte non voglio ascoltar musica noiosa, non voglio guardare cortei nuziali. È cominciata. Inaspettata eclissi, lei davanti a lui, taglia, incolla, sovrappone, riavvolge con passione e dedizione; gira, ricostruisce il teatro di posa, si avvale di protagonisti inventati, sposta le nuvole, ammicca e invita al nuovo incontro attraverso l'impossibile: pieno, decresce, quarto, cresce, pieno… a risentirti.