giovedì 9 febbraio 2012

Die Sonate vom guten Menschen



Credi di decidere la tua vita?
I dettagli. Quelli almeno mi sarà concesso?
Ho oltrepassato il confine. Ho spiccato un salto al di sopra dello steccato e mi son ritrovata a trotterellare felice in un campo immenso. Verde a dismisura e azzurro così perfetto, asciutto, terso che ho paura a guardarlo per non sbiadirlo, per non vederlo sfumare via dalla pesantezza e ruvidità del mio dito. Un'unica appendice rivestita da uno zoccolo felpato dall'erba altissima. La solco come fosse un mare, libera, tendendo e rilasciando tutti i muscoli, modellati, dal vento che soffia sulle fragili parole mie, sulle intenzioni che si scontrano con la precarietà dei tempi, spazza la polvere dai progetti lasciati irrealizzati… piccoli particolari.
Ma le cose importanti vengono da sole.
Sono come il fuoco che cauterizza le ferite antiche. Tu percepisci il bruciore ancora vivo, ma cerchi pace lungo il profilo delle montagne, refrigerio nelle profondità dell'oceano, saggezza nella salita drammatica e spensieratezza sfrenata nelle discese distensive.
Mettiamo che per un tempo limitato io abolissi tutte le norme, e non alcune soltanto. Una volta raggiunto l'obiettivo, non potrei riassumerle tutte, quelle norme? Indubbiamente gli affari sono una specie di guerra. Perché dunque non fare guerra totale in vista della pace? … Risento la sensazione di ferita aperta. Mi guardo la gamba. Quella sinistra. All'altezza della tibia. Una lineetta alta non più di un centimetro e profonda non meno di due. Ho pensato che non smettesse più di venir fuori. Rosso. Denso. Insistente. Si vede ancora oggi.
Se guardi attentamente la riconosci. Brava. Calda. Impetuosa. Se stessi fermo un attimo ti ritrarrebbe in un secondo. Scosta piano quel velo opaco e tira a se in maniera chiara e precisa tutti i fugaci tratti del tuo carattere e le linee della tua vivacità. Lo stile è il suo: robusto e flessibile, ingenuo e concreto, permeato di due stillate di forza e originalità. La sua è pittura e poesia che si nutrono di fantasia e si innervano nella vita reale, tacite, armoniose.
A cosa penso? Alle tue parole, ai tuoi sorrisi di diniego, alla smorfia che fai quando non vuoi che ti fermi tra due virgolette e tre lunghissime pause. Eppure quei momenti mi riporteranno indietro e da quelli trarrò linfa vitale. Ad essi mi aggrapperò e mi farò sollevare al di sopra della viltà del deserto del cuore e dolcemente ammarerò sui due lembi mai rimarginati. Vivere vuol dire portare una cicatrice. Tutti questi pensieri eran come la banderuola in cima all'edificio del disagio e dello scontento.

I due passi sono tratti da L'inverno del nostro scontento di John Steinbeck



Let's just imitate the real, until we find a better one

16 commenti:

  1. ho letto questo post per tre volte consecutive, per cogliere ogni parola

    due passi che non conoscevo...

    grazie, per quello che importa

    buon inizio di notte.

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    1. Altroché se importa.. :) anche a te

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    2. farò un piccolo OT :D

      il titolo del blog è in francese perchè è parte di me...
      in genere
      io amo e prediligo dilettarmi nell'espressionismo astratto,nel materico e nelle tecniche miste, uso colori quasi mai diluiti, spesso spatolati...o direttamente con le mani, adoro sentire la consistenza del colore :) è quasi un'esigenza per riempire una sorta di vuoto e mancanza,
      ... devo ammettere che il tuo blog mi affascina molto...
      hai carisma, lo percepisco.
      grazie per essere venuta dalle "mie parti"...mi sono dilungata troppo, non è mia abitudine.
      a presto.

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    3. abbiamo in comune anche il colore denso! :)

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  2. ho letto tutto ma m'è rimasto impresso l'attacco. quel poter decidere i dettagli... sai che ancora ci sto pensando? e quanto i dettagli poi connotano la nostra vita a dispetto dei c.d. grandi temi?
    bellissimo pezzo cara Milena

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    1. Tutto, Roby, colonna sonora, fotografia, luci, paesaggio, voce, occhi, movimento delle mani, tutto anche il più 'impercettibile' particolare! *****

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  3. si potesse cauterizzare la ferita lasciando uscire carattere come sangue... (ovazione per J S)

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    1. il più delle volte accade… non sempre, ma spesso. Si guarda la ferita, la si studia, da ogni angolazione, la si cura e si finisce per amare anche la cicatrice! ;)

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  4. leggo e vedo un anello di ferro con attaccate tante chiavi altrettanto vecchie e arrugginite.
    troppa roba in sto post, apre troppe cicatrici sigillate da anni di pazienti tessiture di ragni a coprire i dettagli e le loro ombre.
    e va bene così.
    vada come vuole!

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    1. mi piacciono i ragni, son un po' come i gatti: vigili, liberi, s'attaccano dove vogliono, prendono cibo dove possono e poi se ne vanno sculettandoti in faccia… (i ragni? sì anche!). :))))

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  5. Arriveremo alla pace solo quando i buoni stermineranno i cattivi.

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  6. Gran pezzo di musica, in mezzo a un gran pezzo di scrittura e una foto che mi riporta ai giochi nei campi della mia infanzia.

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