giovedì 5 aprile 2012

gusto e tatto spiccano


A conferma della lunga esperienza e della fresca educazione fa il suo ingresso nel nuovo mondo il bel tirocinante, e, presto, forte della sua tenacia e delle sue prestazioni, s'appresta a raccoglier stima e pratica. Rumore di incisione antica, profumo intenso di inchiostri, acido e dolce, rulli e macchina di Stanhope, torchi in legno che gemono e caratteri che s'imprimono e spingono sul foglio bianco, voraci e superstiziosi, attaccati come due amanti che nelle contorsioni e nel combaciarsi a perfezione, nel vai e vieni continuo, nella ginnastica delle cosce e nella lotta e nel sollievo, ricerca la perfezione della composizione e il giusto compenso. Gode di salute, si sente, ha una gran sete, quasi inestinguibile; divina arte quella, s'accentua ed eccede il piacere, quella sommità calva, alla quale fanno corona ricci e folti accenti morbidi, percorso come da scosse, venuzze sottili e sostenuto dai preziosi gioielli… han realizzato una superba maiuscola tutta intarsi, tondeggianti abbellimenti che si spalancano sul dipinto blu a sfondo bianco. È una meraviglia sulla quale si posa la mano curiosa a toccare il rilievo, a sciogliere i nodi e a leggere le dolcezze del disegno, a stringere titubante o ad accarezzare impetuosa, gli occhi infuocati e la bocca arsa, come una beona che non smette di oliare fauci e labbra e non ne ha mai mai abbastanza. E lì ti conduce, la nuca costretta e il cuore tenuto e sorretto, con parole sinuose e mezzi suoni tremanti: non è un amore? Sicura di aver per le mani un pessimo affare, ma abbastanza pazza per andare fino in fondo senza ritegno giù nel profondo. Subire e umiliarsi, impadronirsi dello scettro e tornare alla carica per capriccio o per scrupolo: non è la tua maggiore qualità? Sale e scende per rampe ripide e per rapidi sguardi sulla bozza appena realizzata, la ammirano, la scrutano, la ripongono, la rivalutano. Si dev'essere realisti o sognanti? Gentili o sbrigativi? Non vale il calcolo, e il rimuginare, quel che conta è il vibrato dell'arnese, il trasporto, lo stordimento e la sorpresa che sbalordisce e risveglia dal sonno leggero, quello in cui sogni e realizzi, dimentica e caduta dalle nuvole su chiodi e spine, inquieti, stremati, ma sempre caldi, umidi, vogliosi. Incalza, serra, torna carica… il problema è rimasto insoluto e richiede il tuo contributo, il dono della seconda vista che dondoli docile, solleciti con continui assalti e incursioni improvvise, l'inebriante dichiarazione di resa della lingua generosa che sollecita, corre, paga, e riscuote, la bocca avara usuraia, prezzo pieno sommato agli interessi. C'è un gioco di circostanze imprecise e una miscela di impulsi che fanno affluire i guai in gran quantità e malgrado si è preparati certe sfumature scompaiono e si fondono ad ubriacare e disorientare cosicché si corre il pericolo di promesse non mantenute o ignorate, di precauzioni calunniate e distratte. L'assedio è finito, lo spasmo si placa, la nemica ancora si aggira ma stanca anch'ella, giace inerte; avido ma appagato, quasi indifferente, abbandonate le forze, sbigottito e svuotato, ma ancora debitore… pugno rilassato, dita attratte dal morbido della coperta, vellutata al tatto, vergata, polverosa, riposano e già meditano vendetta. Si scopre tattica, non rinuncia a strategia e attacco, riparte dritta alla meta, i polpastrelli, alleati insostituibili, studiano le mosse per riprendere il processo di realizzazione di quella meravigliosa illustrazione, contornata da un fregio classicamente graziato, carattere incline alla conquista. La sua opera sfogliata, divorata, assaggiata e risputata… le frulla l'idea malsana, il suo, talento e vizio celebrano liturgia e rituale diabolico: dedita, illimitata, convulsa, rabbiosa, malata ninfa

continua…



Ieri ho pensato a te, a te che mi premevi le gambe contro stando in piedi, alla stanza che vacillava, mentre io cadevo su di te nell'oscurità senza sapere niente. E ho tremato gemendo di piacere.
Henry Miller ad Anais Nin - L'immagine iniziale è Iris Nero, 1906, di Georgia O'Keeffe

8 commenti:

  1. piu' che praticantato, come dice il mio amico quasi commercialista, trattasi qui di schiavantato. a tratti.
    ps
    "a te che mi premevi le gambe contro stando in piedi" impagabile hm

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    1. una grande forza la coppia di amanti in questione… liberi e schiavi allo stesso tempo ;)

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  2. Intarsi dell'opera in atto, che pulsano di vita, tra le tempie e le dita.
    Davvero coinvolgente, e quasi si sente l'odore degli inchiostri...

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    1. lo sento anch'io, quello tipico di vecchie e polverose tipografie.. :)

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  3. Il bel tirocinante e il nostro vecchio vizio.
    In piedi contro il muro a dare leggeri pugni sui fianchi di lei per farla abbassare un pò e farla arrivare all'altezza giusta chè io son bassino.

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  4. Post sanguigni,corposi, coinvolgenti, molto belli.... Magiche feste , amica mia!

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