mercoledì 20 febbraio 2013

come respirare, mangiare, respirare

Non ha mai avuto confini precisi, né uno svolgimento e nemmeno una collocazione inconfondibile. Inutile sarebbe datarla o attribuirgli un luogo di nascita. Lei è un'opera frammentaria, separata in tanti spezzoni sparsi così in uno spazio nero, a volte talmente sbiadito che potrebbe assumere forma di nebbia. Ma la nebbia non ha forma. Oh, sì che ce l'ha ed è l'unico esempio di materia che le si incolla sulla faccia, appesantisce i capelli, schiaccia le spalle e allo stesso tempo solleva una decina di centimetri dal terreno, ne avverte la sostanziale, grigia, umida carezza e vaga con lei, dentro lei, su di lei, in lande desolate, ma in mezzo a tanta umanità e molta più massa animale. Anche gli inanimati acquistano una propria esistenza in mezzo alla nebbia, tutti confusi, tutti sfumati.. steli d'erba che si ammassano sotto i suoi piedi, ghiaia fine che s'ispessisce e si compatta: una lunga traiettoria di passi che sarà bene dividere in tappe cosicché si possa evitare di urtare un barattolo di colore e di sentirlo rotolare a imbrattare e violentare quel paesaggio delicatamente tratteggiato. Lei sa distinguere. Lei è in grado di riconoscere la superficie dell'anello di congiunzione tra volere e potere. Lascia al caso il più delle occasioni: è incredibilmente piacevole abbandonare enfasi e artificio e far sì che, unica guida sia la figura a lei più familiare, la sua natura. Sarà questa a dar rifinitura al suo manoscritto? Molto improbabile. Aderirà totalmente al suo ambiente, vi si mescolerà in maniera gioiosa, in esso si stranierà e da esso sarà vinta. Così facile ammalarsi, guarire, riammalarsi. Salire, precipitare, risalire. 




Tutto è sensazione di ostacolo che bisogna vincere: io e il monte siamo; altro no. E non devo esser che io, in vetta.
Scipio Slataper

12 commenti:

  1. La nebbia a me dà sempre un senso di inadeguatezza. Mi domando "e se dopo sparisse tutto?" tra l'altro non essendo certo che potrebbe esser peggio di com'era prima.

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    1. io mi ci ritrovo molto… sarà perché mi somiglia :D oh, dalla nebbia son usciti due squali? :p

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    2. oddio, non me ne ero mica accorto del primo

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  2. I lavori con te come protagonista mi piacciono sempre tantissimo...buon segno.

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  3. La nebbia è poetica, vederla dalla finestra di casa, e non vedere nulla... a parte quando vado in auto, anche vicino a casa, il panico si impossessa di me, ma anche per il ghiaccio, la neve, la pioggia sferzante. Panico, sono panico ;)
    p.s. e dopo due squali, ecco un alligatore (be', il tuo squalo, mi ricorda un vecchio memorabile Paz... grande).

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  4. In effetti la nebbia ispira lo svolgimento di sforzi sovrumani.

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