venerdì 16 dicembre 2011

pensiero stupendo

In questi primi giorni di freddo, nei quali la cosa migliore è scrivere o disegnare, schizzo su un foglio una folla in movimento, con cancellature e bagliori improvvisi, lingue di cammino distorte sui loro volti, calore di fiato fuso con ghiaccioli d'indifferenza. Ogni tanto mi fermo e parlo con loro. Qualcuno mi racconta la sua vita, io spiego che devo ancora terminarlo e ricomincia la corsa verso grandi magazzini, la metro e i tram, indico le fermate e i capolinea. Ce n'è uno che mi fa cenno di seguirlo. Io gli rispondo che ho capito, mi volto le spalle e prendo a camminare insieme a lui che mi ringrazia per la fiducia. Non è da tutti, dice, accogliere l'invito di un fumetto. Figurati, rispondo io, tratto a parte, mi sei venuto bene. Ci fermiamo un attimo sul marciapiede. Non passa nessun autobus, c'è un vigile, mentre continua a multare i furbastri parcheggiati sul marciapiede, con un guanto levato in alto chiama un taxi che inchioda proprio davanti ai nostri piedi. Lo prendiamo al volo. Nell'abitacolo, troppo caldo, troppo comodo, non parliamo, non ci scambiamo nemmeno uno sguardo. Comincio a sentirmi a disagio. Ma c'è la radio accesa: tanta musica, brani a ripetizione tra i quali riconosco una voce splendida di grande suggestione che ci trasporta in un'altra dimensione, ancora un'altra… disorientati, perdiamo ogni contatto con la realtà terrena. Io fluttuo fuori e dentro, in trance; lui, non distante da me, sul suo ginocchio sta continuando il mio disegno con matite colorate. Ne risulta un quadretto delizioso, metà in bianco-nero, metà a colori. E sul retro una piantina. La consegna al tassista. Vedo sfilare attraverso il finestrino del mio lato la moltitudine nelle strade. Sfumano, sfocano. Mi ritrovo tra le dita un pezzetto di foglio, del mio. M'ha lasciato una poesia. Non m'ero nemmeno accorta m'avesse sfiorata, né che mi avesse dato la mano.
E chissà, forse, era un clandestino.


Saluto

Io lascerò il mondo con furia.
Non importa quel che apparentemente succeda,
se dolcemente mi ritiro.
Di fatto in quel momento
si staranno strappando da me
radici così profonde
quanto questi cieli brasiliani.

In un frastuono di genti e venti forti
occhi che ho amato
volti amici pomeriggi ed estati vissute
staranno gridando
perché io resti.
Non piangerò.
Non c'è singhiozzo più grande che salutare la vita.

Ferreira Gullar

dal 1993, (Milano - Dicembre)

20 commenti:

  1. Sorrido. Anche io l'accolgo sempre l'invito di un fumetto.

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  2. Mi ha fatto una splendida e tiepida compagnia, questo racconto, che secondo me si situa più o meno a metà fra una poesia e un brano di Paul Auster.
    Chissà se preferirei saper disegnare o essere disegnato?

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  3. @GinocchiaApunta: e come potremmo rifiutarlo? :)

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  4. @Teti: no, vabbè ma sto piangendo e ridendo insieme.. regalizzimo! *

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  5. @Zioooooooooooooooooooooooo: tu 'disegni' già, non te ne sei mai accorto? *******

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  6. In passato sono stato così assorbito dalle mie illustrazioni che ho avuto molto difficoltà ad uscirne. Non c'era nessuno da nessuna parte in queste opere che aveva la cortesia di aiutarmi. In ogni caso è probabile che anche loro fossero tanto sordi quanto pazzi.

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  7. Memorabili i Radiohead, memorabili i tuoi pensieri stuoendi --*-*--

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  8. i disegnatori me li immagino così, capaci di sognare ad occhi aperti una realtà, entrandone a far parte.
    bellissimo pezzo cara Milena :***

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  9. Non dovresti fumare mentre disegni...:-)
    (Oppure sì.)

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  10. @Mirino: io per esempio non potrei 'frequentare' disegni sani di mente! :)

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  11. @Alli: questi radiohead sono tra i miei preferiti.. andrò a Fi per ascoltarli, anche se l'ultimo loro lavoro non mi fa impazzire! ;)

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  12. @RobyDick: anch'io ho sempre immaginato così i fumettisti, i pittori, un saluto ai mitici Joe Simon e Jerry Robinson ;)

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  13. Samuel Taylor Coleridge diceva che- 'people of humour are always in some degree people of genius' (la gente dotati di umore è in certa misura sempre la gente geniale). Forse possiamo applicare quest'affermazione anche alla gente pazza. Sono troppo modesto di qualificare io.
    (Del resto è probabile che io sia l'uomo più modesto nel mondo intero).

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  14. Giacché sei modesto lo dico io: pazzo! :) sono in bella compagnia

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