venerdì 5 ottobre 2012

vinta



Morirò di libri. Mi schiacceranno come un cartoncino tra le loro pagine. Uno di quei segni che si lasciano a memoria dell'ultimo periodo letto, dell'ultima immagine evocata. Starò lì dopo aver cercato di risollevare quell'epica voce, inutile sforzo, e ritarderò più a lungo possibile la lacrima della sconfitta, la piega della bocca in basso: il ritratto della resa, ferma l'attimo di una posa, una compostezza forzata. L'idea che una delle passioni più grandi della vita ci costringa all'angolo, ci schiacci al quotidiano confronto con la realtà dura e l'inconsistente forza immaginativa è un sussurro, un grido soffocato. Ripesco quella fotografia in bianco e nero, sgualcita ai bordi, divisa al centro da una piega dispettosa che colpisce i volti e li rende irriconoscibili.
Con tocco intimista riprendo le fila, ricostruisco la vicenda, riempio di colore quegli occhi, restituisco luce alle loro esistenze, suono alle loro parole. Hanno più il sapore del sogno, non essendo più vivi, risultano esiliati dal presente, lontani dalla terra a cui appartenevano, legati solo alla carta lucida su cui sono impressi.. ma io ne sento vivi l'orgoglio, il temperamento e l'equilibrio e per essi nutro rispetto, li mantengo integri e li salvo dall'incuria e dall'amnesia. Non mi pare più nemmeno tanto duro e triste rimanere qui, in mezzo alla folla di personaggi, tra preghiere, rabbia e tenerezza; non sarà un demerito far parte della storia collettiva ed essere raccontata e riletta a bassa voce, sottolineata e ripassata, raccontata e testimoniata, riassunta e interpretata.
Son tolta d'imbarazzo: annullata insieme a loro, arricchita confluisco nell'enorme progetto di nemesi fin nei più remoti lembi, a render giustizia delle deportazioni e delle sconfitte, delle cancellazioni e delle differenze evidenziate, delle violenze aberranti e delle umanità ignorate. La miglior vendetta sta nell'ascoltare, sedersi e ascoltare.

Vinti che si mostrarono deboli, o che scelsero loro stessi di chiamarsi vinti, poiché quel che volevano conquistare non apparteneva a questo mondo.
Varujan Vosganian

26 commenti:

  1. il neorealismo. come descrive bene ogni epoca sebbene come scrivi le immagini così ben inquadrate sembrino così lontane.
    per tanta gente è un po' come essere tornati a quegli anni, con la differenza che invece della buona lena c'è una gran stanchezza e pure molta incazzatura.
    sembri accennare a una via di consolazione e rifugio, la lettura.
    in effetti c'è tanto da leggere sui mondi precedenti che si sanno finiti, mentre di questo tempo è così poco interessante sia leggerne adesso e sia leggerne poi.
    a dire il vero si poteva anche fare a meno di scriverlo l'adesso.

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    1. hai centrato in pieno.. è per questo che rivolgo sempre più spesso la mia attenzione e dirigo le mie letture indietro, non lo considero un regresso, piuttosto un approfondimento! ;)

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  2. ho letto il titolo e ho pensato, ecco adesso mi fa venire il mal di testa.
    ho letto la prima frase e ho pensato a quel libro di quello scrittore ceco, quello in cui monologa l'operaio del macero.
    e alla fine del post, senza mal di testa, posso dire, citando Anna, che sacrificare ogni giorno al tempio non sara' intelligente, ma per alcuni risulta imprescindibile.

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    1. farò anch'io un collage con tutti i commenti.. il mal di testa dà alla testa, m'inebria, e scrivo anche peggio! :) sacrificio anche più indispensabile

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  3. Impossibile venir schiacciati dai libri: più facile venire schiacciati dal peso dei ragli solidificati di chi libri non legge. Mai.

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    1. ovvio.. poveri asini, son così adorabili :)

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    2. Io adoro gli asini che volano, e zio lo sa bene il perchè (forse anche tu), ma credo che sia facile finire schiacciati dai libri, per noi che ne abbiamo tanti alle nostre spalle (e non solo metaforicamente). Sono gli altri, quelli che non leggono che si salveranno ... sempre loro, e i migliori se ne vanno.

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  4. Salve...io non leggo libri...sono bandito?

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  5. Tremendo, giustamente tremendo, se ben ricordo, il film di Germi. Leggere, resistere, leggere, resistere, sempre!

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  6. Neorealismo e mito. I torsi nudi dei minatori lustri di sudore diventano marmi, statue barocche, dolenti apoxiomenoi di bellezza e dolore incorruttibili, inalterabili, eterni.

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    1. questa tua immagine mi suggerisce quella degli operai dell'ilva, non so perché.. no, forse lo so

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  7. leggere ci può salvare e uccidere anche... di rabbia

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  8. Estremamente realista, ma poetica nella descrizione di cose persone e fatti, ma soprattutto nell'interiorità di noi stessi!

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  9. quello che mi colpisce della tua scrittura è il ritmo.

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  10. Cavoli, mi hai fatto pensare alla morte per schiacciamento da libri...ucciso da una cosa che amo così tanto, sarebbe terribile...

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  11. non ci ucciderebbero, si divertirebbero solo a spaventarci: poi ci risparmiano! :)

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