lunedì 9 agosto 2010

con garbo


Sono io? Dimmi… son stanca! Che aspetti? Vado. Questo non è il luogo dove vorrei girare un musical, né dove il cabaret salirebbe su quel palco malconcio a cantilenare una bella presa in giro. Sei all'apice? Direi… emerge già la punta dei piedi, è stato un continuo saliscendi, tra pochi giorni sarò in rotta di collisione. Repentino e circolare il moto della meteora che mi sorpasserà su sentieri incolti, mi avrà consumata, dopo avermi appuntito la suola a tasselli dei miei scarpetti da trekking, e io arpionerò le zolle per riportarmene a casa non poche tracce… polvere, carta, cemento. Ma non c'è erba? In mezzo, sì. La brucano e la smuovono con le corna a rami, la zappettano con le unghie affilate, la annusano con i denti voraci, la insinuano con le ali possenti, in picchiata sui miei occhi e dentro le mie fonti. Non dimenticare il binocolo. Vedo. È il trionfo dell'immaginazione sulla banalità delle provocazioni intellettuali, aliene e sconvenienti. Seduzione alla quale non rinuncio. Parto a bordo di impulsi sonori, interrompo la routine produttiva, e ricollego i fili di una serialità artigianale, mai abbandonata. Visita. Porto in dono il pensiero e le mani. È una sfida con seguito. Annodo e sciolgo il bianco fazzoletto dell'amicizia per lasciar cadere e crescere i semi dello stimolo e della creatività, lontano da tentazioni autoreferenziali di celebrità mediatica. Riposati. Declino in maniera inedita l'impegno e la fotografia. Agli abituali scatti di vita mescolerò grottesche sequenze intime, soppianterò il brusco nero con l'ammiccante kimono oro, sotto, in schianto fragoroso, la cangiante seta avvolgerà sogni e disperderà i nervosismi… involucro e sostanza. Non prenderti sul serio. Io non balbetto piagnucolii, non ho mai elemosinato la carezza dopo lo schiaffo, l'ho sempre seppellito sotto il paradosso. Ugola forte la mia… folle e marziale. Una risata ci seppellirà… Non ero io a ridere, ritornello una caricatura, il condensato di tragico e comico addio: il tuono di rinoceronti in fuga, elefanti e tigri pacchiane… questa città non è abbastanza grande per entrambi, ma non sarò io colui che se ne andrà.

Zampillerò lontano da oggi
ho sognato la bellezza di un viaggio,
e la forza e il coraggio di un rapace
e ho fatto un volo, dal piano più alto
guardo giù, com'è diversa la traccia del mondo.

6 commenti:

  1. Non aver paura per l'atterraggio, hai messo il santino nel blog...
    Ci sarò io, la SANTA CAZZARA, a prenderti tra le mie stimmate..

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  2. le vedrò dall'alto talmente saranno 'lunghe'… :P :****

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  3. mi unisco volentieri al tuono dei rinoceronti in fuga, anche se, facendo parte dei pochi non (più) rinoceronti mi sa che non ne (Ion)esco né intero né vivo... :D
    e scusa se sono in vena di vuote facezie, il tuo pezzo meritava qualcosa di meglio...

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  4. vuote facezie, vuote (?) facezie, ho bisogno! vedrò tanta di quella serietà e tragicità che ho sinceramente bisogno delle tue, delle vostre tenere e sottili facezie (?) … :))))

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  5. le tue trivellazioni troveranno il petrolio?

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