a mia zia
martedì 24 agosto 2010
prospero
Figlia leggi e poi vai. E lei dopo aver letto piange sulla visione del Botticelli. Chi mai potrà aver suggerito quella nascita, quell'abbraccio morbido e l'origine della bellezza? Non c'è alcuna pretesa. Chi non sa decifrare, chi ha visto ma non sa indicare la strada, né spiegare il perché abbia fatto quel percorso, ecco costei o costui si aggrapperanno al primo appiglio e si affideranno ai maghi della truffa, o agli spiriti del male, quelli che affollano l'isola della nostra mente… costruisci ponti, getta le ancore, balza sulle scialuppe e raggiungi la terra ferma. Non puoi continuare ad ignorare, a procedere goffamente intorno al banale, a non riconoscere il trascendente. Spodestiamo il re, costruiamo l'apoteosi dello straordinario. Ascolterò il tuo consiglio. Tu hai letto, e hai riconosciuto i segni e i simboli, me ne hai riempito le pareti, ora mi rimandi al tempo in cui eri bambina, al suo trascorrere e alle mie origini. Difficile? No, assolutamente. Sei così tranquilla, intenta e selvatica che quasi non ti riconoscerei. Sei diversa. Come quell'uccello che si liscia le piume e muove alternativamente il becco vorace ora a destra ora a sinistra spulciandosi, come quella tigre che mi guarda famelica di dietro il baldacchino, come quella lesta lucertola che mi ha sorpassato il piede ed è corsa a rifugiarsi sotto la sensitiva, ritrattasi al tuo tocco. Ho schiacciato il pulsante del mio orologio, è tempo di andare, di muovere e di aprirsi a dimensioni ignote. Sei così giovane, come puoi provar rimpianto, come puoi sentire il tempo che passa? C'è, è un dato inequivocabile, l'età dell'oro che si macchia di verde, trasmette quella linea d'ombra tipica delle selve, è precisa formula matematica dall'insospettabile somiglianza fisica con il dettaglio della nostra esistenza. Il particolare si svela a noi con tale chiarezza da portarci alle lacrime, il ricciolo che incorniciava il profilo si spegne e le mani nervose e duttili si arenano sulla dimenticanza dell'anonimo perdersi. Pende su di me, così vicino che potrei arrivarci e sfiorarlo. Al suo interno si apre una sensazione di angoscia della quale non esistono superstiti, il passaggio s'impone e io varco, la bellezza non è per tutti, l'arte è un mistero da conoscere, soggioga e appaga, via sempre aperta, potrebbe soccombere solo a causa del pregiudizio, mi allontano dalla tragedia… sete, tanta sete! Paura e necessità.
fonti:
arte
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posso cambiare sesso per cinque minuti, così che la dedica finale sembri un po' anche per me?
RispondiEliminaa voi è dedicato un mio pensiero ogni qualvolta ne facciate parte, oggi questo è anche per te! :)
RispondiEliminaE può essere dedicato anche ad un mio amico che per sua sfortuna si chiama proprio Prospero di nome ed ho subito pensato a lui quando ho letto il titolo? Che non lo vedo da tempo e chissà che fine ha fatto il grande Prospero! colui che prese 18 ad un esame di malattie infettive dicendo che "i trocati si iniettano la troca nelle vene" dopo che la prof gli aveva chiesto di parlare per sommi capi dell'AIDS! :D
RispondiEliminaSono tornato! :P iuhù!
leggerti è una delle robe per cui sono più contento del rientro al tran-tran quotidiano.
RispondiElimina@ Boccalarga: ti aspettavo! eccerto, la zia/lo zio… prospero/nnprospero almeno a quanto ricordi tu! ecchecavolo, spero che sia cambiato un pochettino questo tuo amico, per se stesso, eh, perché così com'era, faceva sbellicare di sicuro!
RispondiElimina@ Tyler: grazie, tran-tran quotidiano al quale io personalmente ancora non riesco ad abituarmi, aiuuuuuuuuuuuuuto! voglio tornare sul Gran Sasso! :(
RispondiEliminaBELLISSIMO !
RispondiEliminagrazie! bentornato! :)
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