Dei tre tipi è senz'altro quella che stupisce e spiazza più di tutte. Si sa, come sempre, è meglio prevenire che curare. O meglio sembra che tutti lo sappiano, fuorché qualcuno, solitario o in gruppo di decine, che pensi di essere furbo o sia solo uno stupido ignorante, un neo floricoltore alle prime armi? Le piante ignare collocate in terrazza soffrono veramente molto, le più vulnerabili sono quelle da fiore, dai petali delicati, dagli steli fragili, dalle radici non sufficientemente interrate, e una volta subita la gelata non saranno più in grado di rigermogliare se non potate a dovere. Cosa fare? Ci si augura che il danno non sia irreparabile e si adottano misure sì posticipate, ma almeno si salva la faccia e l'orgoglio e si aspetta il tempo migliore.
- Si esprimono lamentele circa l'immobilità economica e l'impoverimento del terreno, causa la mancanza di rotazione delle colture.
- Si lodano le poche iniziative atte a promuovere la 'coltura' tipica nel proprio territorio e la cui realizzazione è faticosamente sostenuta da pochi eletti.
- Si avanzano pretese e si evidenzia che c'è bisogno di grandi opere che servano da stimolo, che facciano da traino, che valorizzino il territorio.
Un cenno alle responsabilità, alle competenze, al coordinamento, alla progettazione, alla qualità della vita, alla correttezza di gestione, alle conseguenze disastrose, alle opportunità degli interventi, al danno arrecato e soprattutto alla paternità dell'atto, al risarcimento? Ci si pensa, DOPO!
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