sabato 17 aprile 2010

Il sindaco Orden…


… è consapevole del suo status di portavoce della comunità. Oggi, in un tempo in cui non si conosce, o si vuol ignorare il valore del dovere, l'umanità che non nasconde la propria paura, ma porta a compimento il suo compito, quello per cui è stato votato, sembra assumere un atteggiamento eroico. È lui che non riesce ad indossare quella fascia senza l'aiuto della moglie. Rileggo e penso e ricordo… Un romanzo del dolore, del sacrificio, del gesto eroico, dell'esempio dato e da seguire. Sfoglio, leggo e penso a una nazione lontana da quella in cui è ambientato questo stupendo romanzo di Steinbeck, anche questa guerra era stata definita diversa, le era stato dato un'accezione nobile e bella da pronunciare: missione di pace. "Questa guerra sarà diversa, si diceva cinquanta volte al giorno; sarà diversissima".
Nel paradigma antibellico e antimilitarista il messaggio è chiaro: il dolore è uguale per tutti, invasori e popolo invaso; la dignità e lo spirito dell'uomo non si possono cancellare; "la guerra è tradimento e odio, pasticci di generali incompetenti, tortura, assassinio, disgusto, stanchezza, finché poi è finito e nulla è mutato, se non che c'è una nuova stanchezza, un nuovo odio".
Quando la luna tramonta, è bene essere consapevoli della necessità del sacrificio di tutto, in nome d'un sogno. Il sacrificio è ribellione e certe ribellioni non hanno bisogno di leader, hanno bisogno di partecipazione, si fondano sulla loro necessità e cessano soltanto con la fine della minaccia della guerra. Il sangue versato, intanto, è come benzina su fuoco.
Leggo e so ora che è difficile mettere la parola fine a una guerra, a una invasione, ci sono rischi e interessi, e tutte le parole dette in campagna elettorale fanno acqua e invece ci vuole altro fuoco. Certa umanità è scomoda, certa testimonianza deve essere eliminata, certa ribellione deve essere impedita. Penso e immagino di marciare in Piazza a Roma con l'umanità e il suo sogno di rispetto per i diritti di tutti gli uomini, quelli deboli, poveri, quelli che non contano nulla.

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