sabato 24 aprile 2010

open city


Quella come tante altre… come la mia. Aperta ma alla libertà di far quello che si vuole dell'uomo ignaro e ignavo. Prima che sia troppo tardi, prima che sia tutto occupato, tutto ignobilmente umiliato. Chi ce le farà dimentica' tutte 'ste sofferenze, tutte 'ste ansie, 'ste paure? Ma Cristo nun ce vede!? In un'Italia indifferente e a digiuno di neorealismo fu accolto con freddezza, all'estero suscitò commozione e ammirazione, tirò fuori applausi e fece venire gli occhi umidi. Nel film nudo e crudo si muovevano uomini normali che esprimevano un eroismo umile e non volevano soccombere alla violenza nazista. La pellicola si svolge e mi sembra di ripercorrere quelle ore interminabili dell'anno 1945 nella Roma dichiarata 'città aperta' in una primavera di guerra… c'è impeto, c'è forza, c'è potenza nelle ansie, nelle trepidazioni, nella solidarietà, nelle attese che snervano e ti asciugano per poi rigettarti nella disperazione e nella inerme arrendevolezza di fronte allo strapotere del fuoco.
Non convinse l'osservazione del vero, la cronaca non incise… chissà che gli italiani non vogliano assistere alla rappresentazione delle proprie debolezze e del tradimento dei propri ideali. A caldo… è difficile arrivare all'ammissione e al riconoscimento delle proprie colpe. La negligenza e l'omertà sono dure da digerire.
E il film svela, libero dai vecchi schemi, un clima drammatico e una comprensione immediata e per nulla costruita. Il bambino sul pitale è stupendamente ovvio, e così il coraggio del partigiano rosso, la paura, la rivolta, la decisione sul volto del don, la povertà degli oppressi e la crudeltà degli oppressori già vinti. L'uomo nelle sue svariate e immense sfaccettature, è il vero protagonista delle sue vittorie e delle sue sconfitte, l'uomo lontano dall'idea della razza, l'uomo!
È questo un film che insegna, che mette a dura prova l'impermeabilità del cuore, che nel suo stile semplice e privo di retorica oppone l'ipocrisia alla realtà così com'è!
Ovvio sia il pianto, ovvie siano l'ammirazione e la confusione per un eroe, ma discreto e dimesso, lontano dal piedistallo, perché… dopo, quando risale sul piedistallo, ci credi di più.

2 commenti:

  1. l insegnamento lasciato da questo film per molti anni, giustamente è stato recepito e arricchito, purtroppo negli ultimi tempi l Italia sonnecchiosa, o resa tale , ha dimenticato gli slanci eroici di quella generazione, dovremmo ricordarci anche adesso di quello che successo in quei anni..

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  2. oggi su quel piedistallo vorremmo esserci e basta… la rappresentazione dell'eroe è diversa, allora era naturale e priva di regia!

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