giovedì 29 luglio 2010

ossi di sempre (3)



Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
arida, rivolgendomi vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.
Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
alberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sará troppo tardi; ed io me n'andró zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.

Cinque terre, quattro intorno, io, al centro, mezzogiorno silente e luminoso, terra arida e rossa e friabile, zolla che sollevi e dai alla luce e condensi un cranio. Hai inglobato e protetto un'esistenza, ora enunci un messaggio metafisico. Nemmeno la più fervida immaginazione avrebbe potuto scoprire un tal segreto, con esclusione di ogni retorica sentimentalista, l'essenziale esprime il senso tragico della vita. Un corpo viene seppellito, un altro viene disseppellito. Lungo un sentiero lungo di cose spente, estinte, come le pietre bianche calcaree levigate dal sole e dal vento e dal mare, emergono altri detriti, simboli di una vita, li cogliamo e li spazzoliamo, li mettiamo in fila, l'uno accanto all'altro, composti e in bell'ordine ci accorgiamo ben presto che è disegno esistenziale, simbolo di una vita seppur umile e antica, non più marginale e meno importante della nostra. Ora di fronte a te teschio, non mi imbarcherò in un trito e ritrito e banale 'essere non essere' ma ti sottoporrò a un monologo, per altri indecifrabile, per me rivelatore di verità e conforto. Non voglio altro che uno spunto di riflessione sulla nostra situazione profondamente tragica che gravita nelle tue orbite vuote, ne fuoriesce e s'imbatte nella condizione dolorosa universale e locale di desolazione assoluta e individuale. È contagiosa e malsana. Il singolo si aggira nel paludoso labirinto del mal di vivere, confuso e perso in una sequenza di avvenimenti di cui non conosce il senso, obbligato alla ricerca instancabile di un anello che non tiene o di una minima verità, è un'occasione questa che suggerisce di sottrarsi al giogo delle necessità, di assaporare l'acido, ma salutare succo dei gialli soli. Saran capaci di sciogliere il gelo del cuore, donandoci la gioia del contenuto delle buone intenzioni e della buona pioggia che cancelli lo squallore e l'attesa.

Si dice che il poeta debba andare
a caccia dei suoi contenuti.
E si afferma altresì che le sue prede
debbono corrispondere a ciò che avviene nel mondo,
anzi a quel che sarebbe un mondo che fosse migliore.
Ma nel mondo peggiore si può impallinare
qualche altro cacciatore oppure un pollo
di batteria fuggito dalla gabbia.
Quanto al migliore non ci sarà bisogno
di poeti. Ruspanti saremo tutti.

È come una vertigine, perdersi nel terso più limpido e secco e prendersi tutto il calore dal carattere irreale delle esperienze straordinarie. Questa sarà la mia avventura, la mia storia, scritta e letta. Ho attinto dal nulla, dal vuoto e dall'assurdo. Il futuro, ipotetico, potrebbe presentarmi un bel miracolo che infrange le leggi della convenienza e dell'indifferenza, abbatte le consuetudini dell'inganno e acquisisce verità e bellezza. Traccio punti, punti di riferimento, li terrò bene a mente, perché possano tornare a profilarsi alberi case colli, voltatevi a guardare e salutare il passato, andreste via zitti con in serbo il gran segreto se tutti fossero indifferenti a dubbi e problemi. Ma così non è. Nessuno di certo è depositario di verità assolute e definitive. Nessuno può considerarsi possessore di fittizia verità. Tutti possono svolgere il proprio compito nel migliore dei modi ed essere ciò che sarebbe giusto essere e non quello che gli altri si aspettano che si possa essere! Verità di vita e senso dell'esistere. La vedo quella muraglia alta con cocci aguzzi di bottiglia, prendo coscienza di quest'effimera fiducia, di quest'universo di illusioni, di questa divina indifferenza, effetto di una stoica demotivazione… cosa spero? Che si rompa col passato. Cosa mi auguro? Che qualche eletto si salvi e ci salvi. Cosa farò? Camminerò. Amo le strade e i sentieri antichi, quelli percorrendo i quali sbuchi in erbosi fossi che immettono negli orti, tra gli alberi dei limoni e pendici di basse vigne, seguo un filo da dipanare su rive che si sfaldano vicino al mare, meccanica e poetica energia positiva del quotidiano, maestro di purezza e di rettitudine.

Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.
Ah, l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

… la luce si fa avara - avara l'anima. Quando un giorno da un malchiuso portone tra gli alberi di una corte ci si mostrano i gialli dei limoni; e il gelo del cuore si sfa, e in petto si scrosciano le loro canzoni le trombe d'oro della solarità. EUGENIO MONTALE

o Paula

12 commenti:

  1. Adoro Montale. E' stato grazie a un corso monografico su di lui che ho visto nascere in me l'amore per la letteratura.
    Nel suo sentirsi un "osso di seppia" riconosco il mio senso di alienazione, e nel suo presagire la volgarità dei tempi a venire:

    distilla veleno una fede feroce

    Grazie per il bel post :)

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  2. mi piace come hai intrecciato la tua prosa possente e la poesia di Montale senza timori reverenziali

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  3. @ Alekermit: anch'io lo adoro. È sempre presente e sul pezzo… :) mi serve, è urgente che me ne nutra!

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  4. @ Coopo: timore reverenziale… come dicevo ad Alessandro, è talmente 'calzante' con quello che accade nel mio paese che… anche se ne avessi, non posso esimermi dal rubargli frasi, termini e significati che sono anche nostri! ;) Intreccio morbido senza ristrettezze!

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  5. cavoli che modo originale di presentare un mostro sacro come Montale, complimenti per la prosa ricchissima ed articolata

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  6. Siamo concittadini, anche se da un paio d'anni lavoro a Verona :)

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  7. sai che non ti facevo tipo da ossi di seppia? avrei detto più da la bufera e altro...

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  8. @ Ruz: grazie! appunto contro tutte le ristrettezze! :)

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  9. @ AleKermit: ma di Bari o provincia? accidenti! non ci avevo fatto caso! :)))

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  10. @ Lillo: uèèèèè, non anticipare! mè! :) in questo caso mi servivano Ossi di seppia! Clizia arriverà… ;)

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  11. [petrolio ha detto...@ AleKermit: ma di Bari o provincia?]

    Volare oh, oh
    cantare oh, oh
    nel blu dipinto di blu
    felice di stare lassù

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