giovedì 23 settembre 2010

sindaco a sud


Le mie memorie saranno conservate e chiuse in questo scatolone. Non verranno mai traslocate lontano. L'ho sempre saputo. Lo scatolone verrà sepolto con me. Nella terra dietro il secondo cono, tra l'alloro e il rosmarino, affianco al pozzo. È stato così duro rinvangare, ma l'impasto è venuto bene, e saprà abbracciarmi bene, mentre sopra continuerò a scontrarmi, cuore dolente, mai domo con la mente interessata e testarda. È innegabile, non credo riuscirò a riconquistarti, ma saprò raccontarmi in pagine alitate dal maestrale più fresco, si andranno ad aggiungere alle tue e faranno tante piccole bibbie capaci di riproporre una storia infinita, ma talmente chiara e limpida da evitar la fatica di interpretarla. Custodisci questa nidiata di modeste abitazioni, non tradire la ragione, ma non rinnegare la tua fede; devi fermarti prima di esser sazio, preservare l'oasi in cui rifugiarti, quando privo di energie e rattristato, sosterai all'ombra dell'aulente sempreverde e verrai a pungerti con le pale fitte, nel tentativo di cogliere il frutto spinoso. Scrosta sotto lo strato superficiale e scopri il vero colore della tua speranza. Devi essere inflessibile e incorruttibile nella laica processione, recitare le litanie del mecenate generoso, sgranare il rosario dei sentimenti buoni, ricostruire la dimora dei signori della buona amministrazione… la poesia non è cosa da poco. Ti aiuterà e servirà da antidoto alla costante minaccia di chi sceglie di agire in maniera privilegiata e contraria al bene comune. Lo so, soffrirai, ti dispererai ma il tuo dolore sarà mezzo e via, malinconia e speranza, volume e perimetro, soddisfazione e ipotesi attraverso il quale, in maniera brutale, a volte dolce, leggere, tradurre, analizzare e svolgere il tuo compito profondo e bello. Guida piano, vai lontano, travolgi e sorprendi, desidera e ama la tua terra, sarà una bellissima forma di risarcimento dell'anima. Rivendica il tuo diritto a godere della bellezza, difendi il paesaggio interiore, è un mito, ed è anche realtà, chiamato a misurarsi con gli enigmi di una società burbera, superba e priva di verità. Non è solo teoria, è anche pratica, passione civile fervida e fervente, son parole che il vento dello zakhor restituisce al mondo soffiando e distribuendo giustizia e consapevolezza. Nella quieta foschia dell'albeggiare quella che sembra bieca rassegnazione viene spazzata in un attimo da scattanti e rabbiose ventate di rifiuto e protesta, gli sbuffi sono frustate al volto ma qui mi rintano. Non cerco altre terre… Scorgo un imperativo preciso: ché inutile sarebbe cercare altre vie di fuga, è qui che bisogna trovare, la voce è qui che deve farsi sentire, è qui che deve avvenire la ricerca dell'unica possibile origine dei mali e misurare la certezza del bene, alle nostre radici! Basta a questi quattro messeri… profeti giornalieri del nulla… Nullità pance piene, otri gonfi di boria… Non aspettate il futuro ché potrebbe deludervi e disperdere i vostri crediti, il tempo non è poi così galantuomo come immaginiamo che sia. La storia si scrive nel presente e ci descriverà nel lascito di ognuno di noi, nel buio delle gallerie scavate da noi vecchie talpe, senza tregua, tesi e intensi, giungiamo attraverso lo stretto passaggio all'aria accecante e liberatoria.

Siamo truppe all'esercizio
di guerra
veterani di tante trincee
mercenari distorti
plotoni di riserva e pacifisti.
La vera fabbrica della storia
che stordisce l'uguaglianze
nella miseria è provvista d'arsenale.
Noi, gente terragna
per pratica di natura,
cocciuti scaviamo gallerie
per arrivare ciechi
alla luce del sole.
Così violiamo le tane di volpi
che hanno scaltrezza di fiuto
e scannano nidiate di pollai
perché le nostre piazze
sono aie di confusione
e nascondono uova e letame
tra guaste geometrie, mosaici di porfido.
Nell'aria aquile e sparvieri
ostentano volteggi d'aria
miracoli alla vista
per chi teme -finanche - la sua ombra.
Le tenebre hanno pazienza
di prostitute e complicità di ladri
e radunano un mondo di mezzani
che rivoltano uomini e cose
sacche strappate all'usura del tempo.
Così dura la lunga notte
allacciata nei brividi calorici
negli ossimori dell'attesa
morta all'esempio viva al castigo



Siamo varietà di figure
e di retorica.

Ci conosciamo come passeri
di alterne covate
spigolatori per natura.
Fa differenza la velocità di volo
ma solitari o a frotte
ci ritroviamo sui fili
a far mostra di piume
e a disperdere guano.
Uccelli pigoliamo solitudine
e cinguettiamo cori
in vicoli e slarghi
tra sfere di sole
e folate gelide
come qui natura
capricciosa comanda.

Siamo fili d'erba
cresciuti nella stessa terra
ma spesso spinti - basta un niente-
a radicarci dal Sud altrove
e qui morire. Noi metafore
di un destino
uomini qui e altrove.

Giuseppe Iuliano Verso la cruna


Conto i versi, ci gioco, lancio in aria e li riprendo. Potere e voler tornare a dare un prezzo a quel che resta, quel ch'è passato e si riscopre nel quotidiano. Ricostruisco il periodo, breve ritratto, introspettivo ed esaltante, fatto di alti e bassi, intrecciati e abbracciati in sentimenti diversi e raccolti nel breviario aperto a tutti… voli e nuvoli, stupore e delusione, coinvolgimento ed indifferenza, soddisfazione e sogni, tutto in una poetica dedica a me, te, gli altri…

15 commenti:

  1. la prima trivellazione a me… io che ho dubbi e certezze, talpa e volpe, io che son povera e ricca, viva e morta, dura e arrendevole, sognante e terranea, liquida e soffio, scivolosa e solida, paura e coraggiosa, io che farò e mi farò! a Lei che è stata madre e ha creduto in uno Stato che pensa a sé e non a noi tutti suoi figli, a tutta la giustizia che potrebbe rendere uguali e invece semina differenze nel terreno fertile della delinquenza, a tutti i sindaci che hanno il coraggio di essere Stato dove 'essere' qualcuno è difficile! Auguri a tutti noi!

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  2. un post da pelle d'oca a mille milena, grazie sicuramente da me, sicuramente dagli altri che ti leggono, ma, sono certo, anche dalla persona coraggiosa che, coraggiosamente, ricordi.
    non so se pecco di immodestia, ma penso di avere contribuito un pochino a farti scrivere questa pagina superlativa. un abbraccio a te e alla tua puglia

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  3. mi ripropongo di leggerlo a casa con calma e con lo schermo grande...purtroppo con il portatile e lo sfondo così scuro (ed io che so' cecata!) non riesco a leggere..:(

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  4. Penso che questo post possa essere un ottimo omaggio anche ad Angelo Vassallo

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  5. Bellissime parole, sembrano poesia. E poi Guccini...

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  6. Petroliuzza, stavolta hai superato te stessa (tamponandoti, tra l'altro).
    Quando sono lontano dalla Puglia e guardo con quanta saccenza alcuni personaggetti "difendono" i loro quattro mattoni ritenendoli un territorio invidiato da tutti, penso con tristezza alle nostre bellezze trascurate, dimenticate.
    Mi chiedo se un giorno potremo finalmente "rivendicare il nostro diritto a godere della bellezza" prima che la volgarità dei tempi finisca per ingoiare cio' che ne resta

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  7. fantastico scritto, pieno di speranza e di motivazioni per la stessa. anch'io ho pensato subito a Vassallo, già dal titolo, inevitabilmente.
    eccezionale, veramente eccezionale...

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  8. Sono stata terra, aria, acqua e vento. Ho scavato e mi sono sporcata le mani, le ho sfregate sui pantaloni bianchi che indosso ed ora osservo in silenzio. Bellissimo post Pet.
    Yin

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  9. @ Nico: certo ispirazione e terreno fertile! ;) anch'io spero di abbracciare talmente forte la mia Puglia da non lasciargli più fiato per operazioni oscure e dannose!

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  10. @ Chica: se avessi anche Miagolina sulle gambe anche meglio! son sicura che aggirandosi per questo post avvertirebbe immediatamente la presenza di tanti suoi a'mici'! :)

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  11. @ InneresAuge: a lui, alla mamma uccisa in Campania, a colui che diventerà sindaco del mio paese! ;)

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  12. @ Ernest: Guccini scava e rimpasta bene! :)

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  13. @ Alekermit: tu sì che puoi capire, sorreggermi negli scempi e sorridere delle belle iniziative insieme a me e a tutta la nostra Puglia! *

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  14. @ Robydick: è che da sempre (come ci mostra e indica Iuliano) non è cambiato poi tanto! Ma si lavora e si lotta! ;)

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  15. @ YIn: la più bella sensazione è quella dopo una vendemmia, o una raccolta di olive, o una semplice buca nel terreno portarsi le mani in faccia e sentire l'odore delle nostre radici! :)

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