martedì 21 settembre 2010

declaration of war

All'imbrunire ho avvertito forte il colpo, pesante come un presagio. Una puntura, veloce e spietata. Nessun insetto o alcun uccello ho mai visto così fulminei… crudele e inaspettata è stata la stilettata. Era partita come un'improvvisata intuizione, quella che può tirarti in salvo, all'ultimo momento, vedi un ramo al quale ti abbranchi, rimani sospesa come il dubbio prima di precipitare. A notte inoltrata, quando ormai sei sicura che tutto sia inutile, irrimediabile, vorresti tornare a sottolineare un tramonto, a tenere in mano quella sensazione di levità serotina… nulla, buio, nero pesto. Il dilemma è più scuro della certezza d'esser persi. La congettura del se avessi e se fossi stato ti conduce alla follia ed è inutile fatica. Resto a disposizione per qualsiasi lamentela, un assicuratore che calcola il margine di rischio anche per gli incidenti inevitabili; mi riconoscerai, avrò un numerino ben impresso sulla fronte, il mio bizzarro modo per attendere, alla riconsegna del bagaglio, che tu "svolti" decisa e ti diriga verso me a braccia aperte raccogliendo quanta più aria possibile, quella che ci servirà quando non avremo null'altro che le bocche unite nella apnea interminabile di giorni mesi anni. È inutile anche che tu ritiri i tuoi eserciti, non lasciare che il disonore colpisca i tuoi soldati, non c'è rimedio all'offesa, nessun accordo al fraintendimento. Non c'è scambio di prigionieri che aggiusti, il tardo e tacito consenso alla resa non è che un sogno irrealizzabile… per sempre. Ci son decisioni che ci portano lontano e dalle quali non si può tornare indietro, un tempo che ci sbeffeggia affacciandosi all'angolare e spigolosa scelta, la nebbia avvolge il bivio e rende illeggibile la direzione e quando, diradatasi, saremo illuminati, la consapevolezza del già ci condannerà alla delusione… per sempre. Io non tendo oltre, lì in fondo la risposta è svelata: l'improbabile non è ciò che non si raggiungerà mai, ma quel qualcosa che afferrato non avrà importanza di lì in poi… per sempre.

… avrebbe avuto tutto il tempo per riflettere, ma avviene molto spesso che l'intera esistenza di un uomo muti radicalmente per effetto di un istante di esitazione. E quell'istante è simile alla piega che pratichiamo al centro di un foglio di carta: la faccia inferiore si tramuta in quella superiore, e ciò che era visibile scompare alla vista per sempre.

6 commenti:

  1. Stupendo! (E quanto è bello il canemucco!)

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  2. @ Cawarfidae: Il canemucco fonte di ispirazione continua ed infinita! :)

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  3. @ Alecava: comincio a sentirmi cattivissima! :/

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  4. un brivido pensare che ogni istante può esser quello che darà una piega indelebile alla nostra vita!

    P.S. passa da me a ritirare un premio :-)

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  5. sì, e ultimamente son percorsa da frequenti brividi! :)

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