mercoledì 8 settembre 2010

arrivo

O tu che sei del cielo, e ogni pena e ogni dolori acquieti,
e ricolmi di consolazione chi è due volte mistero,
ah, io sono stanco di tutto questo affannarsi.
A che serve tanto dolore, e tanta gioia?
Dolce pace, vieni, ah, vieni, nel mio petto…

Vorrei vedere… l'utopia che ho in mente. L'incubo smarrisce l'uomo buono, è lo spazio che raccoglie l'infima natura, è lo spettro che rende le differenze peggiori e disperde le identità. Ho sentito addormentarsi la città, ho visto morire il parco. Nove colpi di scure non son riusciti a troncare il collo, ereditiamo quel viaggio, quell'anima evanescente e quei vestiti pesanti che calano troppo caldo sugli occhi, vittime e carnefici dell'eterno presente. Non riuscirai a mercificare i sogni. Io vedrò quello sfondo, vedrò quella luce che arrivi a catturare il drago kitsch che non si decide a rapirmi. Lasciami qui, su questo scoglio… il buio non m'impedisce di scandire e fissare il mio regalo sull'intimità delle mie visioni: scene quotidiane e stanze segrete e virtuali. Son tutti frammenti della mia memoria storica, nascita abortita prematuramente all'esperimento urbano di un altro luogo, non conforme alle tradizioni, non adatta agli equilibri ristabiliti dalla logica disonesta. Io indugio, resto inebetito sullo scalino, fuori dalla mia casa, guardo fuori, apro all'ordine appena affrescato sul verde assediato, sul pulsare delle relazioni malsane, attendo che la sensibilità del bello, delle radici sintetizzi in poche parole l'alternativa vera e semplice all'ingombrante risvolto della nera fede… son pochi istanti, m'assale una tremenda insicurezza a ritmi insostenibili. L'allarme suona, minaccia sventura e indifferenza. L'uomo alle spalle scippa e dilania la pluralità delle mie immagini, ne rimane una sull'asfalto, accanto a me, un dettaglio smarrito, l'ultima mia identità, uomo, mortale, non uno sfondo che assorbe, ma il soggetto che impegna.


E allora, a cosa serve l'utopia? A questo: serve per continuare a camminare. Eduardo Galeano

a Vassallo

18 commenti:

  1. bellissimo milena, sei sempre più brava e coinvolgente!
    poi la canzone che hai postato, del suo ultimo disco carico più che mai di sensibilità...ora cristiano la canta secondo me in maniera ineccepibile, un po' ce lo ricorda, anche se ci manca da morire!
    un abbraccio forte e grazie per le emozioni che sai dare

    RispondiElimina
  2. continua così, conserva i tuoi ideali e vivi il presente e il circostante, non faro illuminante né vassallo ubbidiente. sii oasi mobile, dove chi t'incontra può riposare.

    RispondiElimina
  3. il drago leopardato e con paillettes è la tipica allucinazione in cui ci si può imbattere sotto l'effetto di ellesseddì.

    RispondiElimina
  4. la visione dell'orizzonte è utopia,la visione di una ragazza con gli occhi turchesi e la bocca tipo di bonifacio che ti ci tufferesti dentro è utopia,il descriversi con parole proprie è utopia,il fine settimana è utopia,un cappuccino con la schiuma a forma di cuore è utopia,giocare agli indiani è utopia ma da bambino tutto vale,anche guardare l'orizzonte ha un suo perchè da bambini. Chi cammina in postura ferma i pensieri. :-)

    RispondiElimina
  5. Lo farei leggere a Vittorio Feltri e i suoi giornalisti di merda che hanno infangato ulteriormente quest'uomo, già sporcato da una morte inaspettata e crudele...

    Brava Tropè, brava.

    RispondiElimina
  6. @ Nico: non c'era pezzo migliore… la sua musica rimane sempre a rendere i miei pensieri più pieni, più definiti! ;)

    RispondiElimina
  7. @ Dick: non si può esser diversi, quando si nasce ribelle non si può morire arrendendosi. :)

    RispondiElimina
  8. @ Alekermit: quasi quasi lo disegno! :P attingo alla coltivazione qui vicino!

    RispondiElimina
  9. @ Lorenzo: spero tu ti sia trovato bene! :) o Alekermit aveva finito tutti i "taralli"? 3)

    RispondiElimina
  10. @ Boccalarga: ahhhhhhhhh! Feltri nominato due volte nello stesso giorno! volete farmi morire? ;)

    RispondiElimina
  11. @ Seiluca: e chi è mai cresciuta? :) dipende dalla postura, hai ragione -se mi chino troppo li soffoco, se mi inarco all'indietro sparan fuori e non li riprendo più! ;)

    RispondiElimina
  12. Bellissimo post. Forse più ermetico del solito ma pregno di significati e belle immagini.
    P.s. "L'uomo alle spalle scippa e dilania la pluralità delle mie immagini, ne rimane una sull'asfalto, accanto a me, un dettaglio smarrito, l'ultima mia identità, uomo, mortale, non uno sfondo che assorbe, ma il soggetto che impegna" ... ne ho trovata per l'appunto una ieri, all'angolo tra Via sarcasmo e Via Bravura, quindi era la tua? una posta celere va bene? :-)
    Yin

    RispondiElimina
  13. noooooo Yin non mi fido delle poste. TI mando un corriere mio amico! :)
    p.s. quasi quasi la lascio in vostra compagnia, nell'Ostello delle Giovani Ammaliatrici, farsi un giro in Piazza Sensualità, cappuccino al Bar della Sicumera perduta, con una capatina in vicolo Oscuri Presagi non le farebbe male! ;)

    RispondiElimina
  14. Aggiudicato, promettiamo di non stropicciarla troppo :)

    RispondiElimina
  15. tranquilli! è fatta di tessuto che non ha bisogno di esser stirato. Riprende forma facilmente! :)))

    RispondiElimina