IO spio da quel buco, curioso dall'alto, farò in fretta a chiudere il denso universo del mio dolore, avviterò ben bene e ti lascerò un'esile via d'uscita. TU chiuso in un angolino soffocante, annullerò ogni tua volontà. Rido. Cosa ti rimane alla fine? Solo la cupa inutilità della fuga. Finché il gesto folle dettato dalla rabbia, dalla convinzione di sapere cosa e dove sia la libertà era ancora vivo… allora incombeva quel mostro chiamato speranza, ora? Polvere, terra, sporco ricoprono tutto. IO voglio che i contorni si perdano, che la realtà si offuschi, che cominci veloce il processo di cancellazione del sé. TU non hai ancora cominciato la discesa agli inferi, un'illusione ottica, una distrazione, e i ruoli s'invertono, IO entomologo impreparato al quale sfugge la visione d'insieme ermeticamente imprigionato, TU uomo rinnovato, restituito all'eterno, cambi la prospettiva dell'oltre e NOI vediamo finalmente tutto ciò che prima ci sarebbe stato negato…
E il giorno seguente non morì nessuno
I critici ripetono,
RispondiEliminada me depistati,
che il mio 'tu' è un istituto.
Senza questa mia colpa avrebbero saputo
che i tanti sono uno anche se appaiono
moltiplicati dagli specchi. Il male
è che l'uccello preso nel paretaio
non sa se lui sia lui o uno dei troppi
suoi duplicati.
montale ;)
La tua scrittura è proprio uguale al mosaico... Mi soffermo su di un dettaglio e poi casco in un altro dettaglio e alla fine devo rileggere tutto per apprezzare l'effetto finale... La soundtrack è azzeccatissima.
RispondiEliminaVorrei che qualcuno mi aiutasse ad avere una chiara visione di insieme della mia reltà(presente e passata).
RispondiEliminaFingo stoicità ma torno sempre indietro a soffrire senza capire, senza capirmi
Mi viene in mente non so perché quel saggio detto orientale: "La vita è un ponte, attraversalo pure ma non pensare di costruirci sopra la tua casa".
RispondiEliminaPerò, aggiungo io, nell'attraversarlo lo si può abbellire intagliando poesie sulla ringhiera, come Saramago e altri della sua stirpe.
(Sfumatura: quando muore uno di quella stirpe, in realtà nessuno muore. Quando muore un costruttore di imperi edilizi e finanziari, in realtà non è morto nessuno).
@ Zio: hai colto nel segno! questi orientali… mi viene in mente un lungometraggio di Kim Ki-duk del 2004, un lungo percorso circolare di conoscenza di sé. Bellissima la tua visione dell'intagliare, nel lasciar segni… e che segni! Altro che quel demente dei lucchetti! :/
RispondiElimina@ Toupie: chiara, annebbiata, ottusa è la mia visione a seconda dei giorni e dei momenti. Non mi struggo però… "dagli abissi o dalle sommità del vuoto, ciò che è stato, e ciò che non è stato, sembra ugualmente sogno o miraggio". :*
RispondiElimina@ Bocca larga: spero che il passo sia breve… ti sia di consolazione: io, personalmente rileggendoli, non li interpreto mai come li avevo concepiti. :)
RispondiElimina@ Lillo: grazie per Montale! un altro bell'esempio di vera o falsa modestia (non m'importa, tanto per quanto poco potesse essere il suo cinque per cento sempre moltissimo ha rappresentato e continua a rappresentare per me) e per ricollegarmi allo Zio mi viene in mente 'la caduta degli dei', quando si dice povertà e ricchezza, potere e cultura!
RispondiEliminaChe colonna sonora che hai scelto ...cazzo!
RispondiEliminaooops...sorry...
Niente stragi, nulla di nuovo
RispondiElimina@ Re: cazzo! prego… :)
RispondiElimina@ Vale: eh, sì. Proprio nulla!