domenica 6 giugno 2010

diavoli o angeli?

Rialzo la testa,
pesante,
ne giace metà nel piatto.
Non sono riuscita a saziarlo
ora mi maledirà in eterno.
Niente lo salverà dal mio odio.
Ho guarito la sua sete con il mio sangue,
ho nutrito la sua ignoranza con le mie parole.
Ma nulla posso per la sua fame di vendetta.
Seguo la traccia del mio cammino, inutile.
Ignoro la sua irata voce, mi lascio alle spalle l'urlo sordo,
lo ignoro e raccolgo nella mano quel che rimane della vita.
Indecisa, guardo indietro il vuoto delle mie orme,
ma mi avvio verso quel cappio penzoloni.
Reco in grembo il mio sorriso
e lo appendo, cosicché sia più vicino al cielo.

Scivola giù piano. Fino ai piedi del letto. Tira con sé coperte e lenzuola. Rivolge uno sguardo vuoto, disincarnato. È solo nella sua stanza ingiallita, vecchia. Niente più poster alle pareti. Apatia, noia. Ha da poco abbandonato la scuola e ha anche stracciato la tessera di un'associazione di sinistra. Non gli piace quella sensazione di inutilità, di mancanza di praticità. A cosa servono tutte quelle idee campate in aria? Sono bravi solo a sfasciare tutto. E a lui non sta bene la violenza gratuita. Lanciare una bottiglia infiammabile contro la vetrina di un negozio, farsi esplodere in mezzo alla folla. MAI! Ricorda ancora benissimo l'espressione di sua madre, sarcastica e superiore. 'Ma dove credi di andare? Vai, coraggio, tornerai da noi, non appena ti renderai conto di quanto sia difficile la vita fuori da questa casa'. Una risata acuta gli riempie orecchie e gola. Cattiva e impietosa, lontana dalla mano che l'ha cullato da bimbo. E suo padre? Non ha proferito parola. È rimasto seduto impotente sulla poltrona di fronte alla televisione, schiacciato contro la spalliera, le mani penzoloni, il mozzicone che ustiona la bella moquette. Tutti e due sanno che lui tornerà, prima o poi, e avranno tutto il diritto di ripetere sempre quella frase: "Lo sapevamo, te l'avevamo detto"! È talmente spento che non controlla i suoi muscoli, non ha più riflessi e non riesce ad evitare la caduta finale, ma è un tocco delicato, un tonfo nemmeno tanto rumoroso. Da lì è tutto diverso, tutto urla e geme. Un orrore velenoso e una smorfia spaventosa gli si disegna sul viso, una eloquente rivelazione della sua solitudine. Tutti lontani anche gli amici, anche dio, anche la sua ragazza. È evidente: non sono lì presenti, ma non sono assenti, il fatto è che non sono mai esistiti. Sono tutti frutto della sua immaginazione. La sua coscienza messa a nudo e, anzi, scarnificata gli si rivela chiara. Le braccia scoperte gli ricordano i suoi buchi, i suoi tentativi di trovare un'altra via alla conoscenza e alla comprensione. La follia lucida di un incipit tragediae raggelante ma allo stesso tempo confortante. Annoda quelle lenzuola uno all'altro, un ultimo sforzo: neppure di fronte alla morte la vita può avere dignità… contempla l'ultimo soffio nello specchio, si arrampica fin lassù, via l'ebete pigrizia, via la stravagante imprudenza. (dal 2003 - Loco gennaio)

5 commenti:

  1. http://www.youtube.com/watch?v=oNJpes0XFGU

    angeli caduti, tutti quanti.

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  2. odio i cacciatori e anche chi, anche non avendo una tessera, ne ha l'indole! :)

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  3. cacciatori d'anime, bugiardi portatori di rovine.

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  4. e ha anche stracciato la tessera di un'associazione di sinistra.

    ecco
    io volevo iscriverrmi a un partito che ormai non esiste...! per cui nemmeno straccio la tesera...

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  5. Toupie: ;)

    Vale: con i partiti (almeno così come vengono intesi oggi) proprio non trovo nulla da condividere… purtroppo!

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